21 Settembre 2023
Vero è che la speranza è l’ultima a morire e che è bello augurarsi la nascita di un mondo migliore ove le convinzioni di parte non diventino un diktat da sbandierare come la verità o considerarlo un postulato, ma vivere in una società che impari dal passato per migliorarsi.
Mi sento di affermare che continuiamo purtroppo ad illuderci, si pensava che dopo aver assistito e dovuto accettare e sopportare, da bravi sudditi, leggi fatte ad hoc al solo scopo di arrecare danno ad avversari politici e qui troverei sgradevole dilungarmi a lungo ma basta ricordarne una per tutte: quella retroattiva.
Triste è stato pure l’aver assistito a annosi e costosi processi spettacolo sia nelle aule giudiziarie che nel mediatico, oscuro è il considerare con amarezza che nulla è cambiato anzi assolutamente si è imparato.
Viviamo in una società ove ormai il bon ton tra esseri umani non esiste, pur di attaccare l’avversario ogni colpo basso è concesso: homo homini lupus.
Plauto docet.
L’occasione di creare un polverone a scopo politico questa volta è nata da prodotti “Creati a mano made in italy“ che indubbiamente scimmiottano malamente e palesemente marchi di ben altra qualità ed a ben altri valori, incolpando così il proprietario dei muri e non il gestore dell’attività.
Sarei curioso di sapere se il giornalista o la testata che chiama il primo cittadino tabaccaio senza sapere che il suo lavoro è di appartenere ad una storica famiglia di mastri d’ascia- che vuol dire costruttori di imbarcazioni in legno a mano - e che dal suo lavoro nascono gozzi liguri di gran orgoglio per la loro qualità, mi chiedevo appunto se hanno mai commentato quel marchio CE che non vuol dire “Conformità Europea“ ma il scimmiottato malamente e palesemente “China Export“ sollevando un polverone politico?
Ne ho seri dubbi.
A nulla vale la propria historia nell’aver gestito ottimamente e a volte esponendo pure la propria incolumità personale la tragedia della terribile mareggiata che ha bloccato tutta la viabilità della zona sia per i ricchi che pure per tutti i residenti - mi si consenta il parodiare il sapore della testata giornalistica - e di poi che dire dello tsunami del Covid.
Io ho personalmente vissuto in loco entrambi gli avvenimenti e so di non poter essere contraddetto.
Tutto ciò non serve ma utile è l’affermare che il Sindaco a maggio ha firmato una controversa “delibera per il decoro” che vieta ai turisti di sedersi per terra, di mangiare all’aperto o girare in costume.
Un plauso al paladino del giusnaturalismo o diritto di natura che tenta di affermare il diktat di Thomas Hobbes. Mi chiedo giusto è permettere che sì i turisti possano usufruire, godere ed ammirare quei fantastici luoghi che il nostro bel paese regala ci mancherebbe altro ma il sapore del nostro giornalista parrebbe affermare che giusto sia pure che il cattivo gusto imperi permettendo il transito a torso nudo anzi meglio se in costume da bagno, bivaccando in tutti i luoghi pubblici e lasciando avanzi in ogni dove. Che imperi quel tipo di vergognoso buon gusto che ormai ha trasformato centinaia di meravigliose architetture create nei millenni dall’italica cultura in depositi di spazzatura e che importa se i nostri grandi architetti, i costruttori o gli urbanisti dall’alto inorridiscano vedendo il trash del turismo fare il bagno nella fontana creata dal Bernini o le bottiglie e rimasugli di un pò di tutto abbandonati sul Ponte di Rialto, in piazza San Marco od ai piedi del capolavoro di Donatello o davanti al Museo del Parco di Portofino.
Non un grazie a chi cerca di difendere la sua Portofino ma un mediatico contro a chi si permette di contrastare il peggio di quel radical chic che tanti danni ha fatto nel passato. Ricolo, scontato e me lo si permetta anche un poco penoso.
Mi chiedo come il passato faccia sempre ancora tanta paura: viene ancora temuta dopo secoli la scomunica o la di poi rappresaglia causata dallo schiaffo di Anagni, trascuro altri accadimenti della storia dell’uomo e per giungere all’oggi il fatto che un grande italiano dopo la sua morte possa avere nel luogo che ha tanto amato, frequentato e rispettato abbia a ricordo imperituro un via dedicata a suo nome? E’ questo che crea così tanta preoccupazione?
Nell’augurarmi molte altre via a lui dedicate in tante città italiane mi illudo ancora che forse un giorno le battaglie politiche nascano da proposte sensate, costruttive e non basate su dietrologie ormai obsolete, consunte e più che poco costruttive.
Daniele Crippa.
Scritto nel giorno di San Matteo Apostolo del 2023.
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