07 Settembre 2023
Impalcature in un cantiere edile
La tavola usata nel ponteggio per il rifacimento della facciata del palazzo di via Cecchi, nel quartiere Foce di Genova, “non era idonea” e per questo si è spezzata in due facendo precipitare Davide D'Aprile, operaio di 54 anni morto il 15 settembre 2021. A stabilirlo è una perizia, che ha spinto il pubblico ministero Francesca Rombolà a chiedere il rinvio a giudizio per il titolare della ditta Sp Ponteggi e datore di lavoro della vittima: Virgilio Pirinu, 65 anni. L’imprenditore ha già risarcito i parenti di D'Aprile e probabilmente chiederà il rito abbreviato. L'udienza davanti al giudice per l'udienza preliminare, Elisa Campagna, è fissata per il 22 settembre.
Dopo quell'infortunio, avvenuto in pieno boom dei lavori per il Superbonus 110%, il procuratore aggiunto Francesco Pinto, insieme al pool di colleghi del gruppo Salute e Lavoro, aveva stilato un vademecum, primo in Italia, sugli standard minimi di sicurezza dei cantieri. Era il periodo dell’esplosione dei cantieri e l’installazione quasi a cottimo delle impalcature faceva sì che fossero importati materiali spesso scadenti e sovente provenienti dall’estero, Romania in primis, senza certificazioni di sicurezza.
Dalle indagini sull’incidente di via Cecchi era emerso che il suo superiore aveva “omesso di fargli usare un sistema di protezione individuale adeguato» visto che non era agganciato alla linea vita. Ma, soprattutto, era stata usata una tavola non idonee, non conforme alle norme tecniche, che presentava nodi passanti che determinavano una riduzione della sezione di resistenza del 45%, superiore al 10% consentito dalla legge”. Nel mirino del pm erano finiti i tempi di montaggio: il magistrato volevano capire se l’operaio non avesse legato l’imbragatura al montante per una propria leggerezza, ma la circostanza - ritenuta già sulle prime «altamente improbabile» dai colleghi, che hanno più volte definito la vittima un operaio «molto esperto» - è stata definitivamente accantonata con il prosieguo dei rilievi, svolti dagli ispettori Asl. Nel cantiere infatti mancavano alcuni dispositivi di sicurezza fondamentali: in alcuni segmenti non era presente la cosiddetta linea vita, su cui vengono fissati i moschettoni dell’imbragatura per evitare di cadere quando ci si muove orizzontalmente. Tutte le testimonianze raccolte al tempo avevano certificato come l’operaio avesse adottato ogni precauzione obbligatoria e disponibile. Successivamente è stato l’esame dei materiali a scrivere la parola decisiva: si è scoperto che il legno delle travi era di pessima qualità, al punto d spezzarsi in un frangente causando l’incidente mortale. La Sp Ponteggi, di proprietà di Pirinu, è finita al centro dell’indagine perché era stata la ditta che aveva installato le attrezzature per conto della EdilPaba, assegnataria del restyling dell’immobile. Quest’ultima, però, è stata ritenuta dagli inquirenti “estranea agli addebiti”.
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