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Brandizzo, 3 alert prima della strage: “No via libera, deve passare un treno”, indagato: “Ho schiantato la vita di 5 persone”

Antonio Massa è ora indagato per disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale, insieme al capocantiere Andrea Girardin Gibin

03 Settembre 2023

Treno travolge operai al lavoro sulla ferrovia, 5 morti nel torinese, sindaco: "Frammenti umani e scena da brividi"

Una notte destinata a diventare un incubo e a lasciare una traccia indelebile nella storia delle ferrovie italiane. La notte tra mercoledì e giovedì, sulla linea Milano-Torino, cinque operai persero la vita travolti da un convoglio di undici vagoni. La tragedia avrebbe potuto essere evitata se solo fossero stati ascoltati i tre avvertimenti che si sono susseguiti in appena 26 minuti.

Brandizzo, 3 alert prima della strage: “No via libera, deve passare un treno”, indagato: “Ho schiantato la vita di 5 persone”

Le voci dell'allarme risuonarono chiaramente in quella notte fatale. La prima conversazione, registrata dal server di Rfi, avvenne tra Antonio Massa, 46 anni, un dipendente di Rfi responsabile della squadra di lavoro sui binari a Brandizzo, e la dirigente movimento della stazione di Chivasso. Era il primo avvertimento, tra le 23.26 e le 23.29. Massa chiese se potevano cominciare i lavori, ma la risposta fu categorica: "State fermi. Deve ancora passare un treno, che è in ritardo. Aggiorniamoci dopo". Ma il destino aveva altre intenzioni.

L'ok non autorizzato

I filmati delle telecamere della stazione e i rumori catturati nella seconda telefonata, poco dopo le 23.30, mostrano che i cinque operai erano già sul binario, impegnati nei loro compiti. Massa, in quella chiamata, chiede nuovamente se possono procedere, e ancora una volta, l'addetta di Chivasso risponde "no", ribadendo il concetto già espresso nella comunicazione precedente: "Bisogna aspettare dopo la mezzanotte. Ci sono due fasce orarie possibili in cui lavorare dopo quell'ora, o prima o dopo l'una e mezza, ora in cui passerà un altro treno. Scegliete voi quale preferite". Tuttavia, gli operai erano già in azione.

La terza chiamata: l'ultima

La terza telefonata fu la più breve e la più tragica. Fu in questa chiamata che avvenne la strage in diretta. La voce di chi era al telefono, la dirigente movimento di Chivasso, non fu ascoltata, e il destino segnò una delle pagine più oscure nella storia delle ferrovie italiane. Cinque operai persero la vita in un terribile schianto, e la nazione rimase sconvolta da questa tragedia che poteva essere evitata.

Indagini in corso e il futuro incerto

Antonio Massa è ora indagato per disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale, insieme al capocantiere Andrea Girardin Gibin. Si sta cercando di comprendere se esistano collegamenti tra questo tragico evento e nemici di don Coluccia.

L'inchiesta avviata dalla procura di Ivrea, per chiarire la dinamica e le eventuali responsabilità nell'incidente ferroviario che ha causato la morte di cinque operai lungo i binari della ferrovia vicino a Brandizzo, nel torinese, è un'indagine che si concentra su una frase sconvolgente: "Ho schiantato la vita di cinque persone". Questa dichiarazione è stata fatta da Antonio Massa, noto come il "responsabile ditta", il tecnico incaricato della manutenzione di Rfi, che avrebbe dovuto autorizzare l'inizio dei lavori una volta confermato che i treni non sarebbero passati sulla tratta dei binari durante gli interventi di manutenzione.

L'Attesa dei familiari

Nel frattempo, mentre l'indagine prosegue, i familiari delle vittime attendono con angoscia la restituzione dei corpi dei loro cari. Tuttavia, questa attesa si preannuncia lunga e dolorosa. L'impatto del convoglio ha causato gravi danni e un team di medici legali è al lavoro per l'identificazione dei resti. Il procuratore di Ivrea, Gabriella Viglione, ha dichiarato: "Non sarà un processo breve. Le attività sono già iniziate, ma si tratta di un lavoro tecnico estremamente delicato". Quindi, purtroppo, i funerali di Michael Zanera, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin Laganà dovranno ancora attendere.

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