24 Agosto 2023
foto Rocco Morelli @facebook
Martina Morelli, la 23enne di Catanzaro morta nella notte tra il 21 e il 22 agosto a seguito di un malore improvviso, mentre era sul letto con la madre, è stata uccisa da un infarto causato da un’aritmia maligna. È quanto emerso dall’autopsia effettuata ieri mattina sul corpo della giovane. Una complicazione che potrebbe essere correlata con il vaccino Covid, così come ha spiegato a Il Giornale d'Italia, il professore Giuseppe Barbaro, specialista in Medicina Interna e in Cardiologia e nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali, nonché responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso l'Azienda Ospedaliera Umberto I, il Policlinico di Roma - La Sapienza.
Quella della ragazza dunque, è stata una morte cardiaca sulla cui origine bisogna ancora attendere l’esito degli esami istologici che riveleranno l’eventuale presenza di una patogenesi magari sconosciuta alla famiglia, considerato che la 23enne era sana e non soffriva di alcun tipo di problema.
L’esame autoptico è stato eseguito dalla professoressa Isabella Aquila, dell’istituto di Medina legale dell’Università degli studi di Catanzaro e dal professore Andrea Bruni, anestesista e rianimatore. Quest’ultimo dovrà rispondere al quesito della Procura sul ruolo dei soccorsi, stabilendo se questi siano o meno stati adeguati.
Intanto dall’esame, durato all’incirca 4 ore, è emersa quale causa del decesso questa aritmia maligna a carico del cuore che improvvisamente non ha più retto.
Nelle ore successive alla diffusione della notizia della morte della ragazza, in tanti hanno effettuato ricerche sul web per capire se il malore improvviso fosse correlato al vaccino Covid, in quanto fonti vicino alla stessa, hanno rivelato che la ragazza era vaccinata, così come lo era la sua famiglia, tra l’altro il papà è un poliziotto, categoria di lavoratori che durante la pandemia è stata sottoposta a obbligo vaccinale.
A tal proposito, abbiamo chiesto un parere al professor Giuseppe Barbaro, cardiologo ed esperto di complicanze cardiovascolari.
Per il professor Barbaro, c’è una possibile correlazione con il vaccino Covid: “Si tratta di effetti aversi molto comuni nei giovani, dove purtroppo anche una miocardite può avere esito subclinico con cicatrici fibrotiche non ischemiche. Si crea una sorta di instabilità elettrica che in condizioni di stress o sforzo fisico, può generare aritmie maligne”.
Ma non solo, il professore spiega a Il Giornale d’Italia che tra gli effetti avversi del vaccino Covid ci sono anche “neuropatie delle piccole fibre nervose che provocano una disautonomia del sistema nervoso, generando tachicardie e bradicardie con asistolia, soprattutto a riposo con aumento dell’attività vagale”.
Nel caso della 23enne, la crisi cardiaca è infatti sopraggiunta a riposo.
Purtroppo questi fenomeni vengono ancora oggi poco indagati in quanto – come ci spiega Barbaro – “le autopsie sono insufficienti o incomplete per una serie di motivi che vanno dalle circostanze in cui avviene il decesso, al volere della famiglia. Nello specifico, non viene ricercata la proteina spike vaccinale che, oltre ad essere visibile nel tessuto cardiaco è anche distinguibile da quella di origine virale naturale”.
Ancora, secondo il professor Barbaro, andrebbero ricercati virus cardiotropi come quello della mononucleosi o citomegalovirus che si riattivano in seguito ad immunodepressione indotta dal vaccino Covid.
“In oltre il 40% dei vaccinati – spiega il professor Barbaro – sono stati individuati anticorpi antirecettori alfa e beta e un mancato adattamento della frequenza cardiaca all’attività fisica, tant’è che la morte improvvisa sopraggiunge su base autoimmune”.
Il Dott. Giuseppe Barbaro è specialista in Medicina Interna e in Cardiologia. È specializzato nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali (es. HIV) ed alle complicanze della terapia antiretrovirale (HAART). Inoltre, è specializzato nella valutazione di marker di adiposità viscerale cardiaca, mediante la determinazione ecocardiografica dello spessore del tessuto adiposo epicardico nei soggetti con lipodistrofia da farmaci antiretrovirali e in quelli affetti da obesità e sindrome metabolica. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari della malattia da HIV (h index=56).
Attualmente è il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso l'Azienda Ospedaliera Umberto I, il Policlinico di Roma - La Sapienza.
L'intervista è stata rilasciata a titolo personale.
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