17 Agosto 2023
foto Marco Sforzi @facebook
Amare le donne, che brutta cosa. Passione fuori moda, inclinazione di cui vergognarsi. In questi giorni a Rimini si discute se intitolare una strada a Maurizio Zanfanti, mitologico playboy degli anni Settanta e Ottanta, ma per l'Arcigay non va bene perché Zanza "è il tipo di mito da cui distaccarsi". Ok, distacchiamoci. Ma per andare dove? Nuotare in mare aperto e finire sull'altra sponda? Fateci sapere. Specialmente fatelo sapere al vero bersaglio della propaganda Lgbt: le donne.
La proposta di intitolare una via a Zanfanti era stata lanciata nei giorni scorsi da sua madre Teresa Succci, che a cinque anni dalla sua morte ha raccontato di ricevere ancora un sacco di lettere da ex ragazze di mezza Europa dedicate a lui.
Lo Zanza, a suo modo, ha portato un pezzo d'Italia in Europa. Un pezzo che però non piace all'Arcigay. La sezione riminese della seriosa lobby è salita in cattedra (che noia) per spiegare a noi popolo bue la propria ferma contrarietà all'iniziativa: "Niente contro la persona, ma è un tipo di mito dal quale Rimini deve distaccarsi. Specie oggi che è in corsa come Capitale della Cultura 2026. In quegli anni lo sciupafemmine ci poteva stare, ma non è cosa da prendere ad esempio come modello oggi. Non servono epigoni di Zanza".
Che orrore, lo sciupafemmine da discoteca e da stabilimento balneare! Sicuramente meglio lo sciupafemmine da sauna. Che agli uomini possano ancora piacere, e molto, le donne, è sicuramente qualcosa fuori moda.
Diciamola tutta: un playboy oggi è solo una persona da mandare dallo psicologo, in modo che si curi dal narcisismo e dalle sue ossessioni patriarcali. Il vecchio maschio va rieducato e castrato perché il presente è liquido. Poi toccherà alle donne e alla loro sostituzione con "le" trans. Ma molte non l'hanno ancora capito.
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