22 Luglio 2023
A proposito di questi tempi sostenibili, il che vuol dire insopportabili, di insostenibile vaghezza, tiene banco una influencer di casa nostra, questa Diletta Leotta famosa per essersi rifatta da capo a piedi e dunque per essere famosa. Sappiamo tutto dei suoi interventi, misure, ambizioni (a un Sanremo fece una prolusione sulla sua bellezza), fidanzati, un carosello vorticoso, e, adesso, della sua gravidanza. Perché partorire è diventata una impresa titanica, superomistica e se lo fai senza passare dal laboratorio quasi empia, blasfema. Insomma questa Leotta si appresta a riprodursi con un portiere a detta degli esperti non irresistibile, Loris Karius, che si dice, ovviamente, euforico ma un filino deluso: “Avrei preferito avere un maschietto”. Perché adesso la rivelazione, più che precoce, è istantanea. Karius dice qualcosa di profondamente scorretto, di intollerabile alla luce di tutti i dogmi inclusivi, sostenibili, woke: e Diletta dovrebbe pur farglielo notare. Anzitutto, è vergognoso discriminare in funzione del sesso, roba vecchia, superata, da movimento pro vita: maschio, femmina, chi può dirlo, il feto è come si percepisce lui, appena uscito deciderà cosa vuole essere, in quali tempi, fasi, momenti, situazioni. Poi, i due sono stati come minimo retrogradi e superficiali: oggi con le moderne tecnologie si può determinare il sesso del nascituro, quindi perché non approfittarne? Terzo, l’antiquato calciatore dovrebbe se mai ringraziare il dio dei gender: è l’occasione perfetta per allevare un neonato al sesso opposto a quello biologico: ti fa guadagnare punti nella classifica woke, quindi nuovi sponsor, pubblicità, like, clic, e poi oggi tutti i vip di Hollywood o della musica fanno o adottano o comprano figli, su ordinazione, proprio allo scopo di allevarli alla rovescia: è il must dell’estate, qualcosa che anche l’Italia aspetta con fremente impazienza; e loro che fanno invece, si formalizzano? Si dispiacciono?
Dovrebbero vergognarsi: e cominciare subito a smaltare gli infanti, come fanno i Ferragnez, tanto più che lo smalto infantile lo commercializzano; vestire la piccina da maschio, quindi da omo, infine in tenute unisex, anzi polisex e farli sfilare ai pride: così si fa, per la Madonn*. Basta con i ruoli, questa Diletta, supersessuata, grandi tette, larghi spacchi, dovrebbe almeno concedere qualche ammissione promiscua e anche lui: “Paro le palle in tutti i sensi”. Percepirsi, bisogna. Fare finta. Millantare. E, in nome della tolleranza, non tollerare, vietare, punire. Il verde Bonelli, conosciuto per la sua militanza ecologista, butta là una proposta per introdurre il reato di “negazionismo climatico”, insomma se fuori fanno 30 gradi ce ne sono 50 e se uno lo nega deve andare in galera. Il clima cambia, arrostisce, se in Inghilterra o in Belgio l’estate la vedono passare non depone, se in Papuasia o Roccacannuccia c’è caldo torrido è il segno del riscaldamento globale. L’informazione monodimensionale dice che ogni giorno è il più caldo di tutti i tempi? È così e basta, come quando diceva che i vaccini davano i superpoteri dell’Uomo Ragno. Vale la salute percepita e vale il caldo percepito: però non da chi lo percepisce: dal verde Bonelli, da Mario Tozzi, climatista televisivo, e dalla commissione interna. E se non percepisci giusto, via, in galera che così stai al fresco.
Scoppiamo, più che di caldo, che c’è ma è estate, succede, di diritti a percepirci, ad essere quello che vogliamo, ma tanta libertà s’infrange sul muro della minoranza woke, gender, Greta, che decide lei, in nome e per conto dei soliti gnomi, come vanno davvero le cose. E stritola pensieri e parole: già non ci avevano chiuso tutti per punirci all’epoca delle overdosi “vaccinali” e delle punizioni esemplari? Non aveva detto il senatore a vita Mario Monti che l’informazione andava dosata e calata dall’altro, come in Corea del Nord? Non ci avevano spiegato i costituzionalisti di servizio che la Costituzione era sopravvalutata, con tutte quelle frottole sulle libertà fondamentali, nel regale silenzio assenso del custode della Costituzione? Poi avrebbero scongelato un giullare organico a Sanremo per fargli dire che la stessa Carta, olé, tornava di moda. Siamo ai reati di opinione, nel totale vuoto di opinioni: negazionismo vuol dire non consentirne una quanto a clima, salute, individuo, dieta, gusti, sesso, famiglia, Biancaneve, 7 nani, Shakespeare, Beethoven, Dante, Leopardi, tutto si può abbattere in una distruzione non creatrice ma forsennata. E a nessuno sembra importare davvero. Le banche, nel Regno Unito, in Germania, in Europa, cominciano a mettere in pratica quanto a suo tempo teorizzato: se uno esprime, per fatti suoi, su canali suoi, opinioni eccentriche, sono pronte a bloccargli i conti, a non farlo vivere. È successo a qualche politico ritenuto responsabile della Brexit, per rappresaglia; potrà succedere a chi, termometro alla mano, vede che quest’estate in Gran Bretagna l’estate non c’è, non va oltre i 20 gradi, piove sempre, le sere sono già autunnali: ma cosa dici, come ti permetti, e giù col blocco autoritario. Stanno lanciando il global greenpass per rendere la pratica di uso comune in tutto il mondo. E se ti appelli alla scienza anziché agli stregoni pubblicitari, è anche peggio. Ovunque vengono riconosciuti i danni, gli effetti avversi dei preparati anticovid: la prospettiva è impedire di dirlo, di farlo sapere. Tutto è percepito perché tutto deve essere falso, non si vede quello che c’è ma quello che non c’è, che conviene ci sia e quello che c’è va rimosso, va cancellato. Ho scritto della morte di Andrea Purgatori, senza certezze ma ponendo una domanda: visto che escludete il vax, diteci almeno di cosa è rimasto “fulminato”. Mi hanno subito raggiunto commenti minacciosi e insultanti, ma la stessa famiglia chiede alla magistratura di fare luce, neanche i parenti riescono a capire e i medici sono palesemente spiazzati da sintomi contraddittori, anomali. Niente è sicuro, tutto si può discutere, se del caso occultare, ma è precisamente la dinamica riscontrata in relazione alla proteina Spike. Che diranno adesso i nipotini di Soros subito accorsi a intorbidare le acque? Che diranno, se una influencer, certa Annabel Ham muore stecchita e, ancora una volta, tutti, dai parenti ai sanitari, glissano, se la cavano con le trovate da adolescenti, “Avevi gli occhi più azzurri del web, Dio era pronto per te”? Attacco epilettico in una di 22 anni che non ha mai sofferto di epilessia: e pare tutto normale, e dopo qualche milione di decessi misteriosi, fulminanti, l’informazione non dovrebbe porsi le sue domande, e infatti non se le pone e tira la volata a chi, nel nome della democrazia negativa e del garantismo a senso unico, vorrebbe spedire nel braccio della morte chi si azzarda a ragionare, a chiedere.
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