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Strage di Erba, sotto accusa il magistrato che vuole riaprire il caso, PG di Milano: "Si assume prerogative che non gli competono"

Il magistrato Cuno Tarfusser è sotto accusa da parte della PG di Milano per la metodologia di deposito della richiesta di revisione delle sentenze di ergastolo per la strage di Erba

18 Luglio 2023

Strage di Erba, sotto accusa il magistrato che vuole riaprire il caso, PG di Milano: "Si assume prerogative che non gli competono"

Cuno Tarfusser; Fonte: ImagoEconomica

Cuno Tarfusser, il magistrato che intende riaprire il caso sulla strage di Erba, contestando le condanne di ergastolo per Rosa e Olindo, è sotto procedimento disciplinare da parte della Procura Generale della Cassazione di Milano. L’esposto intentato contro il magistrato dalla dirigente della Procura Generale meneghina Francesca Nanni non sarebbe motivata, viene precisato, dalla messa in dubbio del tentativo di contestazione della sentenza sui due coniugi, ma dal metodo della contestazione stessa.

Il magistrato Cuno Tarfusser sotto accusa per il mancato rispetto delle norme di riapertura nel caso della strage di Erba

Il procedimento disciplinare avviato nei confronti di Tarfusser da parte della Procura Generale della Cassazione, infatti, è motivata dal fatto che, apparentemente, il magistrato avrebbe “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio”, avendo depositato, il 31 marzo, la richiesta di revisione della condanna di propria iniziativa e, è l’interpretazione della Procura, “in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale (il soggetto avente l’ultima parola nei casi, come questo, di dissenso) la facoltà di richiedere la revisione di sentenze qualora sopravvengano nuove prove dell’innocenza”.

Il sostituto PG Tarfusser, in pratica, è accusato di essersi assunto prerogative che non gli competono, avendo tenuto per diversi mesi rapporti con gli avvocati Fabio Schembri e Paolo Sevesi, legali di Rosa e Olindo, senza alcuna autorizzazione da parte dei propri superiori. Sulla base dei contatti, non autorizzati, con la difesa dei coniugi, il magistrato avrebbe ricevuto consulenze scientifiche e nuove prove sulla base delle quali è stata scritta, e poi depositata, la richiesta di revisione dei due ergastoli, inflitti alla coppia a seguito della condanna per quadruplice omicidio del 2006. All’epoca erano stati uccisi Raffaella Castagna, il figlio di 2 anni Youssef Marzouk, la nonna del piccolo Paola Galli e la vicina di casa della famiglia, Valeria Cherubini.

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