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Fact-checking, il moralizzatore delle notizie: come il pensiero dominante istituzionalizza la censura alla libera informazione

Il Fact-checking bolla come “false” le notizie che non ritiene veritiere, ma chi si eleva a paladino della verità assoluta può incappare nella pubblicazione di 4 fake news in 3 giorni

16 Luglio 2023

Fact-checking, il moralizzatore delle notizie: come il pensiero dominante istituzionalizza la censura alla libera informazione

È il Censore. Il custode della verità che veglia sulle testate giornalistiche italiane e che stabilisce (con quale metodo non si sa) se una notizia sia verificata o se si tratti di una fake news. È la pratica del Fact-checking, l’accertamento degli avvenimenti citati e dei dati usati in un testo o in un discorso.
David Puente, vicedirettore con delega al fact-checking, si legge su Open, il quotidiano online fondato da Enrico Mentana che dal 12 ottobre del 2021 è il partner italiano di Facebook “nella lotta alla disinformazione”. Quando Open definisce una notizia “falsa” il sito che la ospita viene fortemente penalizzato. Insomma: Open ha un enorme potere sul mondo dell’informazione, dato che un portale web, grazie alla segnalazione (o meglio, alla spiata) di Open può essere bollato da Facebook come un sito che fa disinformazione, con pesanti ricadute sulla credibilità della testata e sui lettori, che da sempre costituiscono il motore trainante di un giornale.

Quel “No!” come reprimenda nei confronti dei giornali moralizzati

Nella sezione di Open dedicata al fact-checking ogni notizia che viene ritenuta falsa (ovviamente da Open) inizia con “No!”. Qualche esempio recente: “No! Questa foto non mostra una nave carica di italiani in arrivo dagli Usa” (11 luglio). Oppure: “No! Pfizer non ha ammesso che ci sono stati 3 mila morti a causa del suo vaccino” (sempre 11 luglio). E ancora: “No! Questo video non mostra un’esplosione nella sede ufficiale del Parlamento europeo a Strasburgo” (7 luglio). Come se quel “No!” fosse una reprimenda nei confronti del giornale che secondo Open ha pubblicato una fake news.

Il pensiero dominante e l’inquisizione sul pluralismo

Quello di Open è l’esempio di come il pensiero dominante istituzionalizzi la censura alla libera informazione. È un’inquisizione sul pluralismo. Su quali basi Open (o gli altri che fanno Fact-checking) decide se una notizia è vera oppure falsa? Con quale diritto giudica e accusa i giornali concorrenti e i colleghi di scrivere fake news? Ma soprattutto: il Censore è infallibile? Stavolta siamo noi a dire “No!”. Titolo di Panorama del 9 aprile 2022: “Open, il fact-checker di Facebook, pubblica quattro fake news in tre giorni”. Ops. Non sarà mica che i custodi del Fact-checking necessitino del Fact-checking?

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