31 Maggio 2023
Antonio Porto Segretario LeS - foto Antonio Porto @facebook
Due giorni fa si è registrato il ventesimo caso di suicidio tra le forze dell’ordine, il settimo nel corpo della Polizia di Stato. A togliersi la vita è stata una poliziotta in servizio a Trieste. La donna, un anno fa, quando fu imposto l’obbligo del vaccino Covid alle forze dell’ordine, si era rivolta al sindacato di Polizia LeS per presentare ricorso contro l’obbligo vaccinale. Antonio Porto, sindacalista LeS, in esclusiva a Il Giornale d’Italia, racconta la lotta di questa agente contro l’imposizione del vaccino Covid.
“Conoscevo la poliziotta di Trieste mi contattò nel gennaio 2022 perché aveva un problema di salute che le impediva di parlare, aveva una voce rauca. Voleva aderire ai ricorsi contro l’obbligo vaccinale che avevo promosso con il sindacato – dichiara Antonio Porto a Il Giornale d’Italia - Mi raccontò delle problematiche che aveva. Era in malattia, e nonostante la motivazione fosse piuttosto grave, le furono decurtati i giorni perché non era ancora vaccinata”.
La poliziotta, come tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, ricevette l’invito da parte dell’ufficio di appartenenza a vaccinarsi e a mostrare l’attestazione di avvenuta vaccinazione, pena sospensione dal servizio con conseguente blocco dello stipendio.
“Ricordo che anticipò un intervento chirurgico al quale doveva sottoporsi e riuscì a non vaccinarsi. Era una donna forte, testarda, sicura di sé” la ricorda Porto.
La poliziotta, come spiega sempre il sindacalista, sarebbe poi transitata nei ruoli tecnici: “Dai contatti avuti in questi giorni con amici e colleghi di Trieste – dice Antonio Porto – pare che la collega avesse divergenze con la direzione in relazione agli incarichi che le volevano affidare. Era stata anche collocata in articolo 48”.
L’articolo 48 è una misura che si applica a quegli appartenenti alle forze dell’ordine che manifestano segni di depressione o stati d’ansia e prevede il ritiro di pistola, manette e tesserino.
“Da qualche settimana le avevano ritirato l’arma e si è tolta la vita impiccandosi” precisa Porto, smentendo dunque l’utilizzo della pistola di ordinanza per togliersi la vita.
Abbiamo chiesto ad Antonio Porto se le divergenze maturate nell’ambito del lavoro, fossero dovute al fatto che la poliziotta ha temporeggiato per non sottoporsi al vaccino contro il Covid.
“L’obbligo vaccinale lo aveva preso male – dice – infatti ha provato in tutti i modi a non vaccinarsi. È stata in malattia, poi è rientrata ed è transitata nei ruoli tecnici dove sono iniziate le divergenze. Non possiamo dire che abbia avuto divergenze per via del vaccino, anche perché non si hanno e non si avranno mai le prove che chi non si è vaccinato ha subito ripercussioni per quel motivo”.
Nei Dpcm che normavano l’obbligo vaccinale per le forze dell’ordine, era stato chiarito che coloro i quali non si fossero sottoposti all’inoculazione, sarebbero stati sospesi dal servizio, senza stipendio, ma con la conservazione del posto di lavoro e senza ripercussioni fino alla regolarizzazione della loro posizione in relazione agli obblighi. Il personale ha sì, conservato il posto di lavoro rientrando in servizio, ma la sospensione subita in quel periodo è adesso una traccia ben visibile nei loro fogli matricolari.
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