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Bambino di 3 anni annegato in piscina, il circolo al GdI: "I piccoli correvano fuori dall'area autorizzata, abbiamo detto più volte ai genitori di controllarli"

La piscina Centocelle Football Club al Giornale d'Italia: "La vasca era distante dall'area autorizzata della festa. Il bambino ha sollevato la rete della recinzione"

30 Maggio 2023

Bambino di 3 anni annegato in piscina, il circolo al GdI: "I piccoli correvano fuori dall'area autorizzata, abbiamo detto più volte ai genitori di controllarli"

Piscina Centocelle Football Club

È ancora avvolta nel mistero la tragica morte del bambino di 3 anni annegato nella piscina del Centocelle Football Club di Roma il 29 marzo 2023. Il piccolo, Adamo Malik, si trovava nella struttura con la madre Diabate Hadja Massesse, 37 anni, e alcuni familiari per partecipare con altri 100 invitati al battesimo del figlio di una coppia di amici. Purtroppo però la festa si è trasformata in tragedia quando il bambino è stato trovato privo di vita.

"I genitori hanno affittato una sala per una festa privata. La stanza era chiusa, ma dava su un'area all'aperto circoscritta. Gli invitati non avevano il permesso di accedere alla piscina, che era più lontana rispetto al luogo della festa". Così al Giornale d'Italia il personale della piscina. "I bambini correvano dappertutto - aggiungono gli addetti - anche fuori dall'area autorizzata. I genitori sono stati richiamati più volte, dicevamo di controllare i figli, ma più volte abbiamo dovuto riportarglieli noi".

Bambino di 3 anni annegato in piscina, il circolo al GdI: "I piccoli correvano fuori dall'area autorizzata, i genitori dovevano controllarli"

I proprietari della struttura riportano dettagli importanti riguardo alla tragica vicenda e spiegano al Giornale d'Italia che gli invitati avevano una stanza a loro disposizione e che i bambini non potevano andare ovunque. Tuttavia continuavano a correre dappertutto, anche fuori dall’area autorizzata, e più volte sono stati riportati ai genitori. Inoltre il personale della piscina fa sapere di aver ripetuto più volte ai genitori di controllare i bambini.

I bambini avrebbero persino interrotto le partite nei campi di padel circostanti e gli stessi giocatori li avrebbero riportati ai genitori. “Li abbiamo anche avvertiti che avremmo dovuto interrompere la festa se non si fossero adoperati per contenere i piccoli. Ma nessuno poteva immaginare che sarebbe finita con una tragedia: è stato tutto ripreso dalle telecamere di sicurezza. Abbiamo consegnato le immagini ai carabinieri", fa sapere il personale della struttura alla stampa.

Quella che doveva essere la gioiosa celebrazione di un battesimo si è trasformata in un lutto inconsolabile e, in molti aspetti, ancora incomprensibile: Adamo Malik, che aveva appena compiuto tre anni, è morto annegato nel tardo pomeriggio di domenica nella piscina del circolo. Era accompagnato dalla madre, ancora sconvolta, e alcuni parenti per partecipare a un evento organizzato da una coppia di amici per il loro bambino, insieme ad altri 100 invitati. I carabinieri della compagnia Casilina hanno posto sotto sequestro la piscina, che era pronta per l'apertura al pubblico il prossimo venerdì per la stagione estiva.

Il padre del bambino di 3 anni annegato in piscina: "La barriera intorno alla vasca si poteva sollevare e mio figlio è passato sotto"

La barriera attorno alla vasca si poteva alzare e mio figlio è riuscito a passarci sotto”, accusa il padre del piccolo, Sidiki Sako, 44 anni, che domenica pomeriggio non era presente alla festa poiché doveva lavorare ed era rimasto a Passo Corese, dove vive con la sua famiglia.

Dall'altro però i responsabili della piscina fanno sapere che i genitori erano stati richiamati più volte, proprio perché i bambini continuavano ad allontanarsi senza che nessuno se ne preoccupasse e andavano in zone non autorizzate. Dalle prime indagini dell'Arma, che hanno interrogato la madre del bambino insieme ad alcuni degli invitati, tutti di origine ivoriana, e anche i responsabili del centro sportivo, risulta che almeno quattro volte coloro che stavano giocando a padel, tennis e calcetto hanno dovuto interrompere la partita per riportare il piccolo Adamo ai genitori.

Il dettaglio più terrificante della storia però è quello delle lunghe tempistiche nel ritrovamento del bimbo. Dopo le 19, la madre di Adamo si preoccupa perché non riesce a trovare il figlio, che era uscito nuovamente dal locale con gli altri bambini. Prima di localizzarlo, sarebbero passati ben 40 minuti, un tempo troppo lungo per il piccolo e che gli è costato purtroppo la vita. Era immerso nell’acqua, privo di sensi. L’intervento del 118 è stato immediato, ma non c’era già più nulla da fare per Adamo. Un fattore che avrebbe ritardato il rinvenimento del bambino è stato anche il fatto che le persone coinvolte nella ricerca, compresa la madre, si sono diretta verso i campi sportivi invece di dirigersi verso la piscina.

Si tratta di un errore commesso in buona fede che, tuttavia, ha contribuito a ritardare il ritrovamento di Adamo Malik. Inoltre, è prevista l'esecuzione di un'autopsia presso il Policlinico di Tor Vergata. È ancora da comprendere come il bambino sia riuscito a raggiungere il bordo della piscina dove è poi caduto. Gli ispettori della Asl di zona stanno conducendo un'indagine per verificare il rispetto delle misure di sicurezza all'interno del circolo.

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