30 Maggio 2023
Arrestati dalla Guardia di Finanza 41 affiliati alla ‘ndrangheta reggina e crotonese in tutto il Paese. Gestivano il mercato degli stupefacenti e la distribuzione dal Sud America ai porti del Nord Europa. Coinvolti anche alcuni cittadini cinesi addetti al riciclaggio del denaro attraverso l’utilizzo di società commerciali compiacenti nella Repubblica Federale. Sequestrati beni per 50 milioni di euro.
Sono 41 le ordinanze di custodia cautelare commutate a seguito della maxi operazione che nella notte tra lunedì 29 maggio e martedì 30 ha impegnato 160 militari in Emilia Romagna,Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria. Le accuse sono di associazione a delinquere con finalità di traffico internazionale di droga. Gli inquisiti, riportano le forze dell’ordine, sarebbero affiliati o contigui alla ‘ndranghetta di Reggio e Crotone. Dall’inchiesta emerge anche la partecipazione sistematica di persone cinesi dedite al riciclaggio di denaro.
A dirigere l’operazione scattata all’alba è stata la Dda di Bologna, con la coordinazione della Procura nazionale antimafia, che hanno eseguito i 41 arresti ordinati dal Gip del Tribunale felsineo. Impegnati, oltre alla Guardia di Finanza della Provincia di Bologna ed altri reparti del corpo, anche uomini del Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (SCICO). Le indagini, dirette dal sostituto Procuratore Roberto Ceroni e culminate negli arresti di queste ore, sarebbero state avviate circa due anni fa, dopo le convergenze individuate tra altre diverse inchieste delle Procure di Firenze, Potenza e Trento.
Il leader dell’associazione mafiosa ‘ndrina Staccu di San Luca è un soggetto già noto alle forze dell’ordine, arrestato nel marzo del 2021 dopo 3 anni di latitanza in Spagna.
Durante il periodo spagnolo l’uomo, di cui non sono state diffuse le generalità, avrebbe dato vita ad una fitta rete di contatti tra Europa e Sud America, avviando un proficuo commercio di stupefacenti dalle produzioni colombiane, peruviane, messicane e Boliviane, ai porti di Anversa e Rotterdam, da cui si operava poi la distribuzione in tutto il continente. Il mercato italiano era gestito da diversi affiliati distribuiti in tutta la penisola, ma erano i rappresentanti a Parma e Reggio Emilia a dirigere le “filiali” italiane della distribuzione.
Gli inquirenti hanno anche fatto luce sulla collaborazione di diverse persone di origine cinese, che attraverso il fei ch’ien (sistema “informale” di trasferimento di denaro), prelevavano grandi somme da inviare, in una lunga serie di bonifici, ad aziende commerciali compiacenti nella Repubblica Popolare e ad Honk Kong. Da qui, poi, il denaro veniva recapitato ai broker dei narcotrafficanti ed ai cartelli sudamericani. Il sistema avrebbe permesso il movimento di almeno 5 milioni di euro. Due i cinesi arrestati, che al momento del blitz avevano con loro quasi 140 mila euro in contanti.
In totale, quindi, 41 persone arrestate (3 in flagranza di reato) e sequestrati 43 kg di cocaina, 44 kg di hashih, 44 immobili e terreni, 17 auto, 354 rapporti bancari e 80 società, per un valore totale di circa 50 milioni di euro.
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