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Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Covid, clima, crisi: essere servi non basta più, pretendono pure il ringraziamento: no, basta: facciamoci sentire invece

Il "modello Covid", che la UE vuole applicare per qualsiasi cosa a partire dal clima, prevede una verità unica e la conseguente emarginazione, fino a distruzione, di chi non la accetta. Ma i mascalzoni vanno chiamati come tali e questa verità non va più accettata.

22 Maggio 2023

Rompere le catene

Circola un video di un ciclista che a Lugo di Romagna prende a male parole una troupe del telegiornale: nella devastazione più profonda, più disperante quegli stronzi erano andati a parlargli del riscaldamento globale, a dirgli che era colpa sua, di lui uomo capitalista e insensibile. Sua, non di chi lo amministra, solo sua. Sapete, la narrazione ha le sue ragioni che la decenza non conosce. Ma il ciclista disperato ha rovesciato sull'inviata tutto il magone alluvionale che covava da giorni irrimediabili: “Ma come cazzo è possibile che per 48 ore di pioggia si sommerge tutta la ragiona da Bologna a Cesena! Andatevene, sciacalli!”. Quel video ha fatto, sta facendo un'alluvione di condivisioni. Anche quando sono andato a Byoblu a leggere un'invettiva tratta da un libro recente, ho scatenato tonnellate di condivisioni, venti, venticinque, trentamila. Dare voce a chi non ce l'ha? Se volete metterla così, ma qui più che di voce si tratta di ringhio, di urlo, come quello di Allen Ginsberg. Qui non ci sono le menti migliori della mia generazione, ma un esercito di stronzi che, essendo tali, sgorgano e galleggiano sulle nostre rovine. Sarà qualunquista scriverlo, ma la realtà si è fatta peggio che qualunquista, si è fatta surreale e insostenibile. Tutto è capovolto. La logica è capovolta. L'etica è capovolta. La dignità è archiviata. La responsabilità è una parola bandita, rimossa dal vocabolario della politica, della religione, della pratica corrente. Non può una inviata da telegiornale di regime, non può andare a rompere i coglioni a chi ha perso tutto per di più pigliandoli per il culo col riscaldamento globale. Non può andare lì a fare propaganda per il partito egemone, che probabilmente è quello che l'ha messa nella Rai emiliana romagnola, e che sul territorio ha spaventose colpe.

Siamo sempre crocifissi allo schema del Covid: realtà negata, ribaltata, la colpa di chi muore è delle vittime non di chi li ha curati male o per niente, se uno resta invalido per le cinque dosi di vaccini cazzi suoi, se l'è cercata, ma se non si vaccinava ci pensavano i ceffi del regime a farlo fuori. Adesso tocca al clima, per il quale, ha già proclamato la UE, ci regoleremo allo stesso modo: narrazione unica e chi non aderisce sia emarginato, sputtanato, devastato. E magari recluso. E la nostra Giorgia Meloni che fa? In Giappone, al G7 degli efebi Macron e Trudeau, si lascia fotografare mentre ride a crepapelle con la baronessa Ursula, una delle più feroci nemiche dell'Italia, entrambe in divise griffate salmonate. La nostra già donna italiana madre cristiana eccetera passa dal dadaumpa con Von der Leyen al tuca tuca con Zelensky, questo rompicoglioni incombente: prima pagavamo il canone Rai per il PD, adesso per lui con la sua maglietta militare. E il papa Bergoglio, che i cristiani sterminati non li vede e le mostre sui Cristi depravati non li vede e magari li approva: “L'alluvione ha sommerso l'Emilia Romagna, preghiamo per la cara Ucraina”. Ma ci avesse famiglia, nella cara Ucraina? Molti avevano votato una Meloni, una destra sperando di vederla moderata nei comportamenti, decisa nella tutela nazionale: si ritrovano l'esatto opposto, una trottola che gira, gira, ride, suona campanellini e ogni tanto deve tornare alla spicciolata perché mentre lei si diverte con le baronesse antitaliane è scoppiata una catastrofe in patria.

A sinistra fanno più schifo? A sinistra sono abituati, ma diremmo che non ha più senso distinugere e scusateci se viaggiamo ancora sulle ali del qualunquismo efferato, ma andiamo a spiegare: al Salone del Libro, che è una specie di centro sociale di barboni molto sussiegosi e molto avidi, le femministe con le dita a utero impediscono a una ministra di parlare: questa Roccella, di suo una trasformista, va a presentare un libro sul padre, uno dei padri nobili del Partito Radicale, e il solito commando di imbecilli paleomarxisti la aggredisce con un proclama filobrigatista anni Settanta dove l'utero postal market si lega al climatismo, al climaterio e all'antifascismo. C'è anche il direttore uscente, Lagioia, con faccetta da mollusco, che se ne lava le mani e pensa bene di sparire usando come scusa l'invettiva di una con qualche precedente giudiziario, che gli ha urlato “vergognati”, traumatizzandolo: certo, questa Montaruli è una che ovunque la metti scatena bovine conseguenze, ma insomma quanto sono delicati questi celenterati carogna. Ma per gli scrittori da vicolo, gli zdanoviani a gettone come il nostro Saviano, sedicenti democratici, alla sovietica, uno di destra va insolentito e zittito in sé, è una provocazione per il solo fatto di esistere. La stessa cosa la insopportabile Murgia, una che in una intervista pubblicitaria si definisce malata terminale e da lì non smette più di saltellare da un impegno all'altro, da una ribalta all'altra, sempre liberando un livore patologico: “Ho il cancro, dico quello che voglio”. A casa tua, forse. Ma la repressione del dissenso e dell'espressione è concetto ignobile ribadito anche dal segretario piddino Elly Schlein, una che in tre mesi è già riuscita a scavare sotto ogni bassezza nella storia pur feconda di miserie della sinistra italiana. Solo dissenso legittimo a fronte di una provocazione, dice la segretaria armocromatica, non doveva presentarsi, aggiunge. Però se viene criticata lei per pagare 300 euro all'ora a chi le cambia le mutande, le pigliano le crisi isteriche. E sostiene tendine, teppistelle climatiche, sardine e groupie di Cospito. Dove ci stanno i violenti, i balordi, i fascistelli, il PD schleiniano non manca mai di appoggiarli. Intanto, poco distante, a Milano nel Festival di non so che inclusione gender hanno fatto la prova, hanno comprato una fica in 3 minuti con la carta di credito. A fini riproduttivi e di vendita al dettaglio di feto. Pratica discutibile e tuttora illegale, ma che stiamo a spaccare il capello? A sinistra la difendono, a destra fingono di esecrarla ma nei fatti la appoggiano: nessuno osa opporsi davvero. Così che la sinistra verde radicale, che dovrebbe venire chiusa in blocco in una galera senza ritorno, può arrivare a dar la colpa delle proprie inettitudini ventennali alla solita appena arrivata. La quale un altro po' ringrazia come Fantozzi coi megadirettori che lo chiamano merdaccia. Comportamenti che alla gente normale suonano incomprensibili, perfino lunari; ed è, invece, il solito balletto delle parti.

Ecco, davanti a questo circo o teatro nel quale appare ogni giorno più chiaro che tutti sono d'accordo, ciascuno nel suo ruolo, occorre alzare la voce: mandare a cagare, come ha fatto il ciclista disperato di Lugo. Occorre protestare in modo non violento ma duro, deciso, o meglio reciso; anche con toni volgari, se occorre, perché, spiegava Frank Zappa, quando la realtà si è fatta troppo schifosa, solo la volgarità può descriverla. Perché questa classe di potere, e spartito potere, non merita di meglio. Perché il rispetto residuo è sprecato, hanno travalicato l'antica, democratica separazione tra organo e persona, tra carica e incarnazione: non c'è più niente da salvare e gli italiani, avvezzi ad essere presi per il culo, a questo punto sono chiamati ad ossequiare perfino chi il culo glielo prende a frustate, a catenate, chi li violenta, li carcera. Hanno eliminato il diritto alla dissidenza e lo hanno detto chiaro, hanno teorizzato in camera caritatis l'opportunità di umiliarli e di mentire loro, hanno studiato modi, mezzi sempre più crudeli di pressione e di umiliazione. Mezzi fuori dalla Costituzione, contro lo stato democratico. Lo hanno ammesso, se ne sono perfino vantati. E gli italiani, che geneticamente si sono formati nel servilismo, increduli hanno obbedito, ma ogni obbedienza ha un termine o, per dirla con Foucault, il corpo a un certo limite di tortura si ribella, non riesce più, fisiologicamente, a stare fermo e subire. Se al corpo si aggiungono mente e spirito, ce n'è abbastanza per sollevarsi. Qui, signori, non c'è più niente che va, niente che funzioni: piove e dicono che la colpa è di chi se la prende addosso, si crepa di vaccino e la colpa è di chi se l'è preso in corpo, si fallisce e ci si riduce alla fame e occorre ringraziare una Europa che ha meticolosamente organizzato tutto questo obbligando lo stato non più sovrano a metterlo in pratica, ad applicarlo. Ci sono cose che non è più nemmeno il caso di spiegare, di tentare di spiegare, perchè sono lì, del tutto evidenti nella loro cifra ignobile. Dopo decine di provocazioni solo a Roma, fra le ultime il carbone nella Barcaccia, che non va via, un gruppo di terroristi può serenamente rifare la stessa cosa con la Fontana di Trevi: è ammissibile dati i precedenti? Se invece del carbone liquido ci tirano l'antrace o un esplosivo? La sicurezza romana è un colabrodo, questi non subiscono alcuna reazione dallo stato e tocca anche sentire il sindaco Gualtieri che su Twitter cinguetta: “Speriamo che i danni non siano permanenti”. Speriamo? Già una frase del genere dovrebbe scatenare una sommossa, una defenestrazione della giunta al completo.

Invece nessuno si scompone, i cinghiali mangiano i cittadini e i romani zitti e buoni, come nella canzonetta dei Maneskin. Guai a provvedere, su tutto, per tutto, e da tutti: la destra reazionaria, manganellatrice di cui vaneggiano i Saviano e le Murgia lascia fare, lascia passare, usa il piumino da cipria, invita i devastatori a vantarsi in televisione. Dite che i talk show sono gestiti dalla sinistra? Ma su, non fate gli ingenui: nella sconcia transizione democratica del regime non c'è soluzione di continuità, subentrano facce nuove ma continuano ad agire in stretta collusione con le vecchie, nel frattempo dirottate ad altri incarichi di sottopotere. E comunque il vero potere resta in mano ai soliti nella soggezione dei parvenu.

Davvero siamo noi i qualunquisti? Davvero ha senso, ed è possibile, ancora distinguere tra Destra e Sinistra nella democrazia negativa, invasa ogni giorno dalle più sconce istanze woke, dall'affarismo sovranazionale più infame? Davvero c'è da stupirsi se un disgraziato che ha perso tutto manda affanculo una troupe di sciacalli? No, anzi ci vorrebbero più urla così. E non di disperazione, come quello di Munch, ma di ribellione, come quello di Ginsberg. Meglio ancora il j'accuse di Zola, ancora meglio “il re è nudo” di Andersen. Basta non rassegnarsi più.

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