27 Aprile 2023
SCRITTI BELLICI
Il Referendum contro la guerra: perché io ho firmato
Tra le lezioni degli ultimi tre anni, una è particolarmente illuminante: la dissidenza – divisa in fazioni, piccoli gruppi, del tutto ininfluente – si sfoga sui social e lì rimane, primo esempio di abbandono della vita reale, di ritirata nel metaverso.
L’ho scritto altre volte: prima di salire sull’Aventino, si doveva entrare in Parlamento. Oggi in Parlamento non siede neppure un dissidente, una cosa mai vista.
Non starò – per questa volta – a elencare le colpe e i responsabili: dato che sono sempre gli stessi, preferisco evidenziare i loro meriti.
Se davvero siamo dissidenti, dobbiamo incominciare a farci sentire da chi tributa una standing ovation al liberticida maximo al Teatro alla Scala, senza neppure che canti. Il 25 aprile ha cantato (si fa per dire) e io non mi stupisco per le sue dichiarazioni o per quelle del Signor Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: portare i valori della nostra Resistenza in Ucraina, fare entrare subito l’Ucraina nell’Unione Europea, proseguire nell’invio di armi fino alla riconquista della Crimea sono frasi che mi fanno accapponare la pelle, ma in linea con la sudditanza del nostro Paese agli Stati Uniti.
Mi stupisco invece che molti nostri connazionali corrano ad applaudire.
Sui canali Telegram, dove la Verità completamente scomparsa dai media fa capolino, siamo in tanti a essere sinceramente pacifisti. Non sto a ripetere che essere pacifisti non significa necessariamente giustificare l’invasione dell’Ucraina, né tantomeno essere al soldo di Vladimir Putin.
In questo contesto, proprio per incominciare a contarci e dare prova che noi contro la guerra siamo in tanti, forse persino maggioranza nel Paese, c’è un solo modo per farlo: firmare per il referendum contro la guerra.
Anche chi – come me – detesta alcuni promotori, è contro lo strumento referendario e consapevole che la Corte Costituzionale potrebbe persino giudicare inammissibile il referendum, DEVE FIRMARE!
Mai come in questo caso si tratta di un aut aut: o firmi o sei a favore della guerra.
I disfattisti scrivono già che è tutto inutile, ma io questa volta non sono d’accordo: questa volta è utile per farci sentire al di fuori del metaverso, nel mondo reale, popolato dai dormienti addomesticati dalla più grande mistificazione della Storia. Li chiamo dormienti perché sono educato, non perché io li rispetti. Io non li rispetto più, ne ho piene le scatole di questi ignoranti che vanno avanti senza un’idea in testa, senza una minima capacità di giudizio critico e soprattutto vanno avanti come massa, nel senso più ripugnante dato a massa da Elias Canetti e da Sigmund Freud.
Firmate anche voi, firmiamo tutti noi dissidenti, facciamo vedere che sulle questioni di vitale importanza siamo compatti, uniti, più che mai reali.
Questo il comunicato stampa dei promotori e il link per la firma on line.
“Da sabato è iniziata la raccolta firme per il referendum promosso dal Comitato unitario Ripudia la guerra - Generazioni future
Il significato di questo referendum è insieme semplice e cruciale: si tratta di segnalare al governo italiano, al parlamento e alla "comunità internazionale" che l'Italia non vuole essere un paese co-belligerante, non vuole alimentare un massacro senza fine e vuole che venga fatto ciò che finora non è stato neppure menzionato, ovvero un serio tentativo di mettere i contendenti ad un tavolo negoziale.
L'idea alimentata sin dall'inizio dai soliti media a gettone è stata quella infantile ed irresponsabile che il torto stava tutto da una parte, la ragione tutta dall'altra, e che l'unico risultato accettabile sarebbe stato una vittoria sul campo.
Questo fondamentalismo unilaterale è stato considerato da molti sin dall'inizio, e si è dimostrato nel tempo, moralmente imperdonabile, geopoliticamente catastrofico ed economicamente suicida.
Questa prospettiva fondamentalista ha già portato ad una distruzione di risorse e persone inaudita, che non ha eguali dalla seconda guerra mondiale, ad un danno grave e probabilmente irreversibile per l'economia italiana ed europea, e ad un rischio concreto di eventi estremi, dalla distruzione di centrali nucleari in territorio ucraino ad un'escalation termonucleare diretta.
Chi accetta di non esprimersi è complice di quel fondamentalismo e dei danni che ne sono seguiti e che ne seguiranno.
Se la popolazione italiana si esprimesse contro il proseguimento di questo massacro illimitato il segnale sarebbe di portata non meramente italiana, ma mondiale, e la pace diverrebbe una prospettiva prossima e concreta.
Il primo ostacolo da superare per poter adire l'espressione del voto popolare è la raccolta firme.
Chi voglia firmare può trovare qui https://dovefirmare.it il banchetto per firmare più vicino a casa.
E' inoltre possibile firmare nei Comuni capoluogo di provincia (solo per i residenti).
Oppure è possibile firmare online sul sito internet (costo 1,5 o 3 euro, a seconda che si possieda o meno una firma digitale). Le istruzioni per firmare online sono disponibili qua:
https://referendumripudialaguerra.it/firma-online
Aggiornamenti relativi alla campagna referendaria si possono trovare su:
https://t.me/referendumRipudiaLaGuerra
Trent'anni di distrazione, inerzia e passività ci hanno ridotto all'impotenza, è ora di invertire la marcia.”
di Alfredo Tocchi, 27 aprile 2023
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