26 Aprile 2023
fonte: Lapresse
Le indagini della Polizia di Catania nell'ambito dell'operazione "Landayà" hanno condotto al fermo di 25 persone in tutta Italia accusate di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata anche dalla transnazionalità. Tutto è partito dalle dichiarazioni di una minorenne.
La squadra mobile di Catania ha condotto un'operazione di respiro nazionale contro il traffico di esseri umani. Gli arresti, effettuati su delega della direzione distrettuale antimafia, sono stati 25 con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, aggravata anche dalla transnazionalità.
Sottoposti al fermo sono soprattutto uomini di nazionalità guineana ed ivoriana. Risalire ai trafficanti, specialmente se internazionali, non è scontato. Questa volta le indagini sono partite dalla denuncia di una minorenne che, probabilmente, quando è partita dal suo paese d'origine non sospettava che il viaggio fosse illegale.
Gli agenti, seguendo il suo percorso dal Sud a Nord, hanno rintracciato tutte le persone che l'avevano assistita e accompagnata. La Polizia è riuscita a ricostruire che i fermati organizzavano i viaggi per le persone provenienti dall'area subsahariana che erano intenzionate ad entrare in Italia o a usarla solo come "scalo" per poi dirigersi verso altri paesi dell'Unione europea.
I migranti pagavano loro una sovvenzione da oltre mille euro. Dalle parole Francesco Messina, il direttore centrale anticrimine della polizia di Stato, traspare tutta la soddisfazione: "Abbiamo azzerato diverse cellule di favoreggiatori dell’immigrazione clandestina diffuse su tutto il territorio nazionale, ciascuna con specifici compiti di accoglienza, gestione e invio oltre confine di migranti provenienti dall’area subsahariana e intenzionati a oltrepassare l’Italia per recarsi in altri paesi dell’Unione Europea".
"Le indagini hanno consentito di colpire un’organizzazione composta da stranieri di origine africana dedita massivamente al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, essendo in grado di contattare il migrante direttamente in territorio africano (Costa d’Avorio, Mali, Marocco, Libia) e di condurlo, dietro pagamento di somme di denaro superiori ai mille euro, nel Paese europeo prescelto. Reati gravi, commessi in diversi paesi e caratterizzati dalla transnazionalità. Colpire i partecipanti a queste consorterie continua a essere una priorità per la Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato", ha continuto.
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