09 Marzo 2023
Conte e Speranza, fonte: imagoeconomica
Il tribunale dei Ministri di Roma ha deciso di archiviare l'inchiesta sul Covid contro Conte, Speranza e Lamorgese. Una decisione che avviene nella giornata in cui la procura di Bergamo ha trasmesso un fascicolo a Roma per competenza territoriale e che ha visto in cui sono indagati lo stesso Speranza e gli ex ministri della Salute Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin oltre ad una serie di tecnici del ministero e all'ex numero 2 dell'OMS Ranieri Guerra. All'epoca fu l'avvocato Carlo Taormina a presentare una denuncia contro il governo per conto di centinaia di cittadini.
La denuncia presentata aveva come oggetto i reati di cui Conte, Speranza e Lamorgese, all'epoca della pandemia di Covid, sarebbero stati artefici, tra cui quelli di epidemia, delitti colposi contro la salute, omicidio colposo, abuso d'ufficio, attentato contro la Costituzione, attentato contro i diritti politici del cittadino. L'ultimo filone tirava in ballo proprio l'ex premier Conte e i ministri di quel governo, vale a dire Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese e Roberto Speranza. Ma già la procura di Roma all'epoca aveva chiesto l'archiviazione.
Nell'agosto di quell'anno, Palazzo Chigi rese noto che Conte e sei ministri avevano ricevuto un avviso di garanzia in seguito a denunce in relazione all'emergenza Covid.
Le motivazioni rese note da pare del tribunale dei ministri di Roma in seguito all'archiviazione dell'inchiesta Covid contro Conte e e gli altri ministri sono che "l'epidemia", in nessun modo "può dirsi provocata dai rappresentanti del governo". "Deve ribadirsi che, soprattutto in una situazione di incertezza come quella sopra descritta non era esigibile da parte degli organi di governo l’adozione tout court di provvedimenti in grado di impedire ogni diffusione dei contagi che non tenessero conto della necessità di contemperare interessi diversi e in particolare la tutela della salute e la tenuta del tessuto socio economico della collettività".
"Per verificare la colpevolezza si dovrebbe conoscere la genesi del contagio delle singole vittime e stabilire al di là di ogni ragionevole dubbio che misure di contenimento che non siano state adottate dal Governo o disposte in ritardo avrebbero evitato il contagio o l’esito leale", è la giustificazione, sostenendo come siano state adottate decisioni dal carattere politico.
L'avvocato Carlo Taormina ha replicato in merito alla decisione del tribunale dei ministri, "ll quale ha brutalmente archiviato tutto. Io avevo interpellato decine di procure segnalando alla loro attenzione non solo i provvedimenti del ministero della Salute diramati sin dai primi giorni di gennaio del 2020 ma documentando in maniera circostanziata che anche gli assessorati competenti erano stati riservatamente avvertiti di quello che stava succedendo in Cina in quelle settimane. I cittadini su Facebook mi segnalavano i casi di mortalità, da censurare penalmente, e io mi sono attivato nell'interesse della collettività senza ottenere alcuna risposta dalle autorità giudiziarie".
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