06 Febbraio 2023
Non è un digiuno quello di Cospito, è una dieta: “Prendo un sacco di integratori, mi sento più forte, ho anche sconfitto l'asma”. Pannella andava di cappuccini. Tutto registrato, l'anarcoide abruzzese di mammà non sospetta che in galera lo intercettino e le carte messe insieme dalle intercettazioni e catalogate dal Dipartimento di amministrazione penitenziaria assumono il sapore del grottesco: “Il mio è il digiuno più falso della storia” dice il compagno Alfredo e confida a chi lo va a trovare che è in atto la saldatura con ambienti brigatisti e le cellula della jihad islamista. Un irriducibile delle BR, Cesare di Lenardo, l'organizzatore del sequestro Dozier che è della fine del 1981, gli mandava telegrammi in galera. Sapevamo il fatto nostro scrivendo del ruolo di questo cialtrone promosso a terrorista di culto, impancato, in modo assurdo, a resistente contro lo stato da chi ha, evidentemente, i suoi motivi. Per colmo di disgrazia, trattasi di gente dello stato, delle istituzioni somme. Vanno e tornano a visitarlo in carcere, in 4 del PD, particolarmente questo sconosciuto Lai che dovrebbe essere uno del cattocomunismo oltranzista che è il più fanatico e quindi pericoloso, quello dei Curcio e delle Cagol, ne annotano proposito e menzogne; e non parlano, non dicono niente. Al contrario, se vengono invitati a trattare coi boss di mafia, loro ci vanno. Poi vorrebbero la testa di chi ha rivelato la tresca, ma se una colpa si può addebitare ai Donzelli e ai Dalmastro, è quella di aver spifferato tutto troppo tardi perché, per quanto possa sembrare strano, ne va della sicurezza nazionale.
Ma non è così strano. I Cospito restano quelli che sono, bamboccioni psicotici da reddito di cittadinanza finché li lasci tranquilli ai loro giochi insurrezionalisti senza alcuna prospettiva; diventano riferimenti, simboli e quindi pericolosi quando lo stato, gente dello stato, per insensatezza o per calcolo, ne accresce il peso mediatico. Cospito temeva di non suscitare abbastanza enfasi e, per quelle apparenti combinazioni sulle quali non si arriva mai a sapere davvero tutto, opera il salto di qualità proprio grazie alle insistite visite dei deputati piddini; da lì, montare il caso in funzione destabilizzante del governo Meloni è un attimo, anche grazie alla disinformatjia assicurata da giuristi di servizio, intrallazzoni, rottami del sovversivismo armato, nostalgici e autentici imbecilli. Ma va osservato, tanto per cominciare, che il famigerato 41bis oggi nelle smanie abolizioniste di molti non equivale ad essere murati vivi come in un carcere russo o turco o cinese; è una misura prudenziale con cui si limitano, senza azzerarli, i contatti del detenuto escludendo quelli tra suoi simili coi quali sarebbe in grado di organizzare eventuali azioni violente. Ciò che anche a regime a Cospito riusciva benissimo. Allora perché lo si vuole libero di agire? Perché nei suoi confronti si propala la menzogna dell'omicidio di stato? Non è lui a privarsi del sostentamento in quello che definisce “il digiuno più falso della storia”?
Oggi Cospito lamenta di sentirsi strumentalizzato, lui che puntava a strumentalizzare ambienti politici. Non lo sapeva, questo ex ciccione di provincia, che quelli sono furbi di tre cotte e una nullità come lui se la mettono in saccoccia, la usano e poi la mollano perché questo è precisamente il loro mestiere, è la cultura utilitaristica, il know how in cui un politico si forma? No, non lo sapeva, lui giocava a fare la rivoluzione, il tabula rasa gambizzando un povero cristo di dirigente “per poter godere del pieno della vita in quei momenti”. Ti credo, vuoi mettere al confronto di tutte quelle sere noiose osservando il mare di Pescara. Poi dalle parti del PD si offendono, minacciano querele se li si definisce contigui al terrorista, aspirante stragista: ma come altro valutare gente che, sapendo quello che sa, almeno se non vogliamo far torto alla loro intelligenza, se lo tiene per sé e continua ad agitare le acque in favore di uno che simula e che trama in vista delle peggiori conseguenze? Perché lo fanno? Perché i fuoricorso della Sapienza, la occupano in suo sostegno? Perché i commentatori di sinistra definiscono, come questo incredibile Stefano Feltri, la Meloni “molto più eversiva di Cospito”, perché ne ridimensionano il ruolo terroristico e lo scusano? È solo il richiamo della foresta, il proustianesimo guerrigliero da stronzi o c'è di più e di inconfessabile? Tanta abnegazione chiede risposte che nessuno fornisce, neanche la destra che in questa storia alza i toni ma si muove in difesa, combatte una battaglia politica e dialettica di retroguardia. Cosa hanno invece da dire i tifosi di uno come Cospito, i don Ciotti, i padre Zanotelli, i Gherardo Colombo, gli Ovadia, i Ferrajoli, Cacciari, Manconi, gli illuminati che non ci prendono mai, fino al caso infimo degli Zerocalcare, della solita pletora di cantanti, di guitti, di cialtroni politicamente e giuridicamente patetici?
Questa è gente perfettamente informata dall'interno, da fonti privilegiate, come e più di noi, della situazione così come è realmente dietro i paraventi dell'ipocrisia virtuosa: la buona fede è davvero difficile da presumere, sempre di più ad ogni giorno che passa. Non possono più cavarsela con la favole bella dell'umanitarismo, tanto più che carte cantano; non possono schivare la conseguenza etica del sostegno a un delinquente che punta a raggrumare i terrorismi nostrani vecchi e nuovi e quelli esotici di matrice jihadista; non possono non avvedersi dell'effervescenza più o meno istintiva che sale, che invade le strade e predica il ritorno della lotta armata nella prospettiva, antistorica in modo sconfortante, della abolizione delle strutture sociali e istituzionali.
La tattica di compiacere i terroristi per compatirli, per contenerli è falsa come il digiuno di Cospito ed è comunque perdente, storicamente perdente, ha già accumulato danni colossali per tutta la seconda metà del secolo passato: è questo ciò a cui si punta, il revival di anni insanguinati e comunque persi, le cui conseguenze richiederanno decenni per venire riassorbite? O, su un piano perfino peggiore, è la totale abolizione delle misure coercitive per i farabutti maggiori, mafiosi, grandi trafficanti, sognatori del sovversivismo gerarchico? Insomma a che gioco giocano questi? “Libera”, don Ciotti, libera nos a mafia o libero il bamboccione terrorista? Per quale decente ragione? Qui tutti chiedono le dimissioni di tutti, da sinistra a destra, ma nessuno si azzarda a dire le cose come stanno: c'è un cialtrone assecondato nella sua ambizione egolatrica, con il che si è ottenuto l'effetto di erigere il totem attorno al quale balla la masnada sedicente anarcoide eccitata da un obiettivo fittizio ma politico: l'abolizione del cosiddetto “carcere duro”. Ieri la crociata di sinistra era contro le intercettazioni, oggi contro il carcere duro. Dopodiché le indagini e le azioni di contenimento preventivo le affidiamo ai rosari. Ma non c'è rosario che tenga se l'uomo, fidando in Dio, non comincia anche a darsi una regolata da solo.
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