28 Dicembre 2022
Fonte: Imago
Un quarto ragazzo evaso dal Carcere minorile Beccaria a Milano, un 17enne di origine marocchina, è stato preso e riportato nell'Istituto. Il gruppo era composto da 7 ragazzini, che il giorno di Natale hanno escogitato un piano per fuggire dalla struttura di sicurezza, distraendo un agente durante una partita di pallone. Il giovane è stato rintracciato e riportato in istituto, la conferma arriva da fonti del ministero della Giustizia.
È quanto confermano fonti del ministero della Giustizia. Il 17enne è stato individuato grazie a una segnalazione da parte di un cittadino, arrivata direttamente alla centrale operativa dei Carabinieri di Sesto, per la presenza di un gruppo di ragazzi che si intrattenevano con musica ad alto volume. Alla vista dei carabinieri, alcuni giovani hanno tentato di fuggire, ma sono subito stati fermati dai militari. Identificati, si è scoperto che uno dei ragazzi era proprio uno degli evasi dall'Istituto penitenziario minorile.
Il 17enne non si è quindi presentato spontaneamente come successo lunedì per uno dei ragazzi evasi, convinto a costituirsi dai genitori. Gli altri due ragazzi evasi e poi tornati in carcere erano stati invece rintracciati dalla polizia penitenziaria, grazie a segnalazioni di familiari.
All'appello della fuga avvenuta il giorno di Natale, mancano ora 3 ragazzi, tutti italiani. Uno dei 4ragazzi presi è già comparso davanti al giudice, che ha convalidato il suo arresto per evasione: ha raccontato che è fuggito perché voleva andare "in una comunità terapeutica". Maggiorenne da alcuni mesi, di origini ecuadoriane, al Beccaria ci era finito ad aprile, ancora minorenne, con altri appartenenti alla baby gang 'Z4'.
I 7 ragazzi, tra i 17 e i 19 anni (5 italiani, un ecuadoriano e un marocchino) nel pomeriggio di domenica 25 dicembre si trovavano nel campo da calcio all'interno dell'istituto quando, approfittando del ridotto personale durante le feste, hanno distratto la guardia, rotto la protezione di legno che circondava un cantiere e hanno utilizzato le impalcature per calarsi dal muro di cinta. Uno dei 7 si sarebbe aiutato anche con un lenzuolo, portato sul luogo preventivamente. Dopo l'evasione, altri detenuti hanno appiccato un incendio all'interno del carcere. 3 di loro sono tornati alla struttura entro la giornata, uno a distanza di giorni e 3 sono ancora in fuga.
Don Claudio Burgio, fondatore della comunità Kayros di Vimodrone e cappellano del carcere minorile, prova a mettersi dalla parte dei ragazzi: "non ce la fanno più, pensano di non avere niente da perdere". Il cappellano ha spiegato che alcuni ragazzi temono nuovi trasferimenti in carceri lontane e sono spesso alla richiesta di farmaci per calmarsi o dormire la notte. Secondo il don Burgio "dovrebbero riprendere a questo proposito laboratori trasversali e incisivi che possano riempire le giornate dei ragazzi. I problemi sono molti, bisogna affrontarli uno ad uno con coraggio e spirito positivo, insieme a loro".
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