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Souhamoro piange. Ma non commuove e, soprattutto, non convince

Il deputato dell'alleanza Verde-Comunista in seno al PD, messo alle strette per le presunte violazioni delle coop gestite da moglie e suocera, crea un video incredibile dove, lacrimando, accusa: è un complotto, voi mi temete, temete le mie idee. Ma sulle imbarazzanti contestazioni, né lui né le parenti trovano risposte minimamente plausibili.

21 Novembre 2022

Aboubakar Souhamoro piange

Incredibile Souhamoro. Moglie e suocera sospettate d'aver fatto sparire 800mila euro da due coop e lui che fa? Un video: “Ma cosa vi ho fatto io” e si mette a piangere. Poi s'inalbera: “Voi volete il negro di Cortina”, che sarebbe, a quanto par di capire, quello del Dogui, “Ohè animale, cosa fai, ti monti la testa?”, solo che gliel'hanno raccontata male perché quello se mai era il cameriere del commendator Zampetti, da I ragazzi della terza C, mentre nelle Vacanze di Natale, “Adriana, fai ballare l'occhio sul tic, Alboreto is nothing!” di “negri” non ce n'è manco dipinti. Aboubakar, o è ciclotimico o, più verosimilmente, è un gran paraculo: “Ma vi pare che io e la mia compagna...”. Ci pare, ci pare: qui non si crede più alle favole di nessuno, tantomeno uno che va in Parlamento coi gambali infangati: il sindacalista con gli stivali. Non è che ti si condanni a priori: se mai, non ti si beve liscio a priori, poi, che finora tu non risulti indagato, e probabilmente mai risulterai, lo sappiamo benissimo, tanto più che ce lo ricordi ogni quarto d'ora.

Destino cinico e baro, però: lo spediscono a Montecitorio con l'aura del martirizzato mezzo salvato, il giovane favoloso approdato dalla Costa d'Avorio, che ha fatto tutto da solo e una mattina, lui s'è svegliato, o bello ciao, ha incontrato Letta, Bonelli e Fratoianni che gli han detto: e vieni vieni con me, ooo-oh, e l'han portato dentro, canta appress a nuje ca te fa bbuono. E lui si mette a cantare. La faccia pulita dell'immigrazione, ve la ricordate sulla copertina dell'Espresso, “uomini e no”, l'uomo casualmente era lui, l'undermensch era Salvini. Antirazzismo da compagni. Una carriera scritta nelle stelle, e speriamo non anche ballando con le medesime, nel senso delle balle, le frottole: lui che parte in tromba a trombonare, migranti dai campi e giù dalle ONG, prendete il tamburo, metteteci un gong, scendente giù in piazza, gridate con quello, tra voi Souhamoro che è quello più bello. E poi, Nemesi maledetta, a metterlo nei guai è proprio un sindacato, che accusa: oh, ma qui troppa gente non piglia più un euro da 15 mesi, i fratelli, come li chiami tu, vengono trattati malissimo, sfruttati, strizzati, e tua moglie e tua suocera fanno la vita bella e tu te ne stai a fare lo splendido alla Camera dei Deputati: sì, ma quando pagate?

Aboubakar prima s'incazza, s'indigna, s'intigna: “Ah, ci vediamo in Tribunale, vi mando i miei legali, chiamatemi onorevole dottore”. Poi getta la spugna con comicità: “Ma cosa vi ho fatto io, iiih iiih”. Souhamoro, sicomoro, albero dell'Africa e del Medio Oriente di ambigua fama, immortale ma anche, secondo alcune tradizioni di ispirazione evangelica, quello cui si impiccò Giuda Iscariota. Sta di fatto che il giovanotto impregnato di populismo non risulta indagato, la suocera sì e la moglie non si sente tanto bene. E qui va fatta una considerazione. Esattamente come per le influencer, anche per i parlamentari un conto sono i sogni, un altro le solide realtà. È inutile che Chiara Ferragni la meni con “può succedere anche a te”: il suo successo, tra una foresta di virgolette, venne meticolosamente organizzato, dal fidanzato manager, dalla mamma ex dirigente di una griffe, ci fu un lento, inesorabile progredire dal blogghettino pruriginoso fino all'impero e ai 30 milioni di follower. Allo stesso modo, non è vero, non è affatto vero, non è mai vero che l'ultimo Cenerentolo che passa per strada, o scappato da mama Africa, possa diventare il principe di Beverly Hills. La Souhamoro family era coccolata da anni, pluripremiata, aveva contatti con gli enti pubblici, agganci con Romano Prodi, Laura Boldrini, Pierfrancy Majorino, l'ometto scelto dal PD per fottersi la Lombardia, ci stanno le foto, ci sono le cronache. E ci restano i finanziamenti, tanti, a pioggia, a cascata, troppi. Dove finivano? Centinaia di migliaia di euro l'anno, milioni incamerati, e le coop e il consorzio sempre sull'orlo del dissesto: personale non o malpagato, ospiti che, forse, stavano meglio là da dove son partiti: ma come è possibile? Come si spiega? Difatti, al momento, nessuno lo spiega. “Ma cosa vi ho fatto io?”. Una interpretazione vergognosa almeno sul piano tecnico, formale: roba che se lo vedono a Quantico, lo arrestano per violazione di tutte le regole del bravo profiler, linguaggio verbale, linguaggio del corpo, enfasi, scelta degli argomenti. Un disastro, altro che uomini e no. Ma cazzo, ma vuoi almeno prepararti bene se devi spararla grossa? Ma chi te l'ha fatto, 'sto video tragicomico: Michela Murgia e Selvaggia Lucarelli?

L'ascesa di Aboubakar Souhamoro è stata, anche quella, meticolosamente preparata. Hanno scelto un migrante ambizioso, sveglio il giusto, ricco, almeno nel suo genere, con i parenti intestatari di due società, coccolati dall'intellighenzia, nel giro della politica che conta, che può aprire le dighe dei soldi. Lo hanno coltivato nei media di riferimento, dal gruppo Espresso a Famiglia Cristiana, fino a che non lo hanno resto una sorta di santone influencer. A quel punto lo sbarco in Parlamento era inevitabile e addirittura molti nel PD si stavano già domandando se non convenisse mettere proprio lui alla segreteria del partito morente. Un ragazzo spregiudicato, retore senza freni, parolaio rossonero, di quelli che giocano sempre al rialzo, uno sparafucile dal botto sempre più grande. Giorni fa ha fatto intendere che cosa sia per lui la politica: “Invece di fare decreti, salite sulle ONG a vedere come si muore”. Quanto a dire la mostra permanente e itinerante del sé, gesti eclatanti e nessuna programmazione, populismo sanculotto e zero concretezza, nemmeno l'ombra di una organizzazione sociale. Poi, però, i nodi arrivano al pettine, anche se sei pelato, e ce li portano proprio i giornali vassalli del PD, come Repubblica, forse dietro mandato di qualcuno che si è già rotto i coglioni.

Ottocentomila euro di contributi pubblici, e non pagavano i dipendenti. Una suocera che pare ce l'abbia per vizio, già nei guai più o meno per le stesse faccende nel 2009 questa Marie Thèrese Mukamitsindo, e da allora tenuta d'occhio. Eppure poteva girare su tre automobili diverse, giostrare sui conti correnti, intestare, più che altro a se stessa, emolumenti stratosferici, dell'ordine di centinaia di migliaia di euro, poteva fare, e faceva, tutto quel che voleva. La figlia, Liliana Murekatete, curatissima compagna dell'onorevole, più una “creatrice” da TokTok che una impegnata nel duro lavoro dell'assistenza, imparava, secondo gli inquirenti. E i soldi filavano per istituti di credito del Ruanda. Come si spiega? E come si spiega l'altra accusa, sempre dai “fratelli”, relativa ad oltre 200mila euro in donazioni, che dovevano trasformarsi in sostegno ai braccianti dei ghetti, ma che nessuno sa che fine abbiano fatto? E perché la sede della Lega Braccianti coincideva con quella delle coop, del consorzio? Qui sono due cofondatori ad aver chiesto spiegazioni e, da ultimo, la revoca della gestione al terzo socio, proprio Souhamoro. Insomma tutti 'sti soldi dove sono andati a finire? “Non riuscirete a seppellire le nostre idee”. No, guarda, questi di idea ne hanno una sola: ndo stanno i nostri salari? “Ma che vi ho fatto io, perché siete così cattivi con me? Io con questa storia non c'entro, non sono indagato né niente”. Come dire: mia moglie e (soprattutto) mia suocera, cazzi loro. Da parte sua, Mama Maria Thérese dice: colpa di Salvini. Linea difensiva che non mancherà di far breccia nelle mentalità dei giudici, insieme all'altra: “E' tutto un complotto, vogliono colpire Ababoukir”. La stessa cosa che ha detto il predecessore Mimmo Lucano, uno che certi metodi li ha esportati: “Lui martire come me, siamo scomodi, ecco perché si accaniscono”. Dopo un bacio della morte come questo, quasi quasi pure le indagini diventano secondarie, se non superflue. Lucano confidava ai suoi: voglio candidarmi sia per fare i soldi sia per prendermi l'immunità se no finisco in galera, però no per i partiti piccoli dell'estrema sinistra, io merito una posizione più grossa.

Quella andata a Ababoukir che anche lui grida al complottone, alle idee che non muoiono. Però intanto si definisce estraneo a tutto e quasi quasi anche alla suocera. Sai quando gli stivali delle 7 leghe ti fanno filare come una lepre. Ecco, forse ci vogliono quelli, adesso, altro che le calosce di gomma. Ma ci vorrebbero pure per la galassia comunista che ha impancato queste a salvatrici dell'umanità migrante e adesso che rischiano di emergere se mai come aguzzine, fanno finta di niente. Con la solita faccia di fango imperturbabile. Che roba, contessa, alle coop Souhamoro, han fatto uno sciopero quei quattro migranti, volevano avere i salari aumentati, gridavano, pensi, di esser sfruttati.

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