18 Novembre 2022
Il figlio di 6 anni ha la bronchite cronica e i genitori fanno causa al Piemonte. È la lotta di una famiglia che si battono “per il diritto all’aria pulita” nella città di Torino, dove i danni da smog sono in drastico aumento. Le Regione Piemonte si ritrova citata in giudizio, accusata di non aver garantito i limiti di inquinamento dell’aria fissati dalla legge: "Il diritto di respirare aria pulita deve essere garantito da chi governa".
Una famiglia di Torino con un bambino di 6 anni malato di bronchite cronica, ha deciso di rivolgersi al giudice civile e di far causa alla Regione, per mancato rispetto dei limiti di inquinamento. Assistita dal comitato di cittadini 'Torino Respira', dall’organizzazione di diritto ambientale 'ClientEarth' e dall’avvocato Giuseppe Civale, la famiglia torinese chiede che la giustizia sancisca il diritto di “respirare aria pulita”.
“Tutti, inclusi i miei genitori, mi dicevano che siamo a Torino, si sa che è inquinata, ci sono cresciuti milioni di bambini, lo farà anche il tuo. Ma io vedevo mio figlio star male. Mi sentivo impotente”, spiega Chiara, la madre del bimbo di 6 anni malato di bronchite cronica a causa dell’aria troppo inquinata.
“Non ci importa niente dei soldi, e se anche li ottenessimo li devolveremmo alle associazioni per la difesa dell’ambiente. Vogliamo che il diritto dei bambini di respirare aria pulita venga messo al di sopra di tutti gli altri interessi. Per un amministratore pubblico, deve essere questa la priorità”.
La famiglia in questione ha vissuto in centro a Torino fino ai due anni e mezzo del figlio. Hanno poi preso la decisione di spostarsi fuori città, dove i valori di inquinamento restano comunque alti. “A duecento metri di altitudine, dove ci troviamo, vediamo una cappa bruna che copre tutta la città. La vediamo là fuori, ma ci siamo dentro. È l’aria che respiriamo”.
Il figlio sin da piccolo ha iniziato a soffrire di bronchiti ricorrenti e asma, e col tempo ha sviluppato un danno permanente ai polmoni. “Oggi è un bambino sereno. Cerco di fargli fare molto sport, ma spesso si ammala, manca da scuola e deve usare di frequente il cortisone. Ci è capitato anche di sentirci dire da qualche pediatra: evabè, che vuole fare, siamo a Torino”.
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