03 Ottobre 2022
Svante Paabo (foto LaPresse)
Svante Paabo ha ricevuto il premio Nobel per la Medicina 2022: scopriamo chi è, curriculum, carriera e vita privata. Lui è un biologo svedese di 67 anni. Ha vinto il riconoscimento "per le sue scoperte sui genomi degli ominidi estinti e l'evoluzione umana". Come da tradizione, l'annuncio è stato dato al Karolinska Institutet di Stoccolma in Svezia. Il premio è pari a 10 milioni di corone svedesi, che corrispondono al cambio odierno a circa 917mila euro.
Il premio Nobel per la Medicina 2022 è stato assegnato allo svedese Svante Paabo per le sue scoperte sul genoma degli ominidi.
Nato il 20 aprile 1955 a Stoccolma, Paabo viene considerato una sorta di archeologo del Dna. Di professione è un biologo che, nel corso della sua carriera, ha aperto un nuovo campo di ricerca, la paleogenomica. Anche suo padre è stato un premio Nobel per la Medicina. Lui era Sune Bergström e aveva vinto il riconoscimento insieme a Bengt I. Samuelsson e John R. Vane nel 1982. La madre del biologo svedese era invece Karin Pääbo.
Il biologo ha conseguito il dottorato di ricerca in biologia all'Università di Uppsala nel 1986. Dal 1997 dirige il dipartimento di genetica del Max Planck Institute di Lipsia, in Germania.
Svante Paabo è nato da una relazione extraconiugale fra i suoi genitori e ha assunto il cognome della madre. Della sua vita privata si conosce molto poco. Non si hanno informazioni su figli e moglie.
Dopo aver studiato storia della scienza ed egittologia ad Uppsala, Svante Paabo si dedica alla medicina e alla biologia molecolare. Esamina per primo il DNA di mummie egizie e nel 1993 quello di Otzi, l'uomo preistorico ritrovato in un ghiacciaio in Tirolo nel 1991.
Il dipartimento diretto da Pääbo pubblicò nell'agosto 2002 un importante studio sul gene del linguaggio FOXP2. In quell'occasione si scoprì che quest'ultimo mancava o era danneggiato in individui con disabilità linguistiche.
Nel 2006 annunciò di avere in programma la ricostruzione dell'intero patrimonio genetico dell'uomo di Neanderthal. Nel 2007, Pääbo fu nominato dalla rivista TIME tra le 100 persone più influenti al mondo.
Nel febbraio 2009, fu annunciato che il Max Planck Institute aveva completato la prima versione del genoma dei Neanderthal.
Nel marzo 2010, Pääbo e i suoi collaboratori pubblicarono un report sull'analisi del DNA ricavato da un osso trovato nella grotta di Denisova in Siberia. Si trattava di una specie di Homo non ancora conosciuta, l'Homo di Denisova.
Nel febbraio 2009, all'incontro annuale della American Association for the Advancement of Science (AAAS), fu annunciato che il Max Planck Institute aveva completato la prima versione del genoma dei Neanderthal. Oltre 3 miliardi di coppie di geni erano state selezionate in collaborazione con la 454 Life Sciences. Questo progetto, coordinato da Pääbo, dovrebbe gettare nuova luce sull'evoluzione del genere umano.
Nel maggio 2010, Pääbo ed i suoi colleghi pubblicarono una sequenza sperimentale del genoma dei Neanderthal sulla rivista Science. Il biologo ed il suo team avevano concluso ipotizzando una parentela tra gli uomini di Neanderthal e gli Eurasiatici (ma non gli Africani). La comunità scientifica dà via via sempre più credito a questa teoria, nonostante lo scetticismo di una parte della comunità degli archeologi.
Svante Paabo ha ricevuto nel 1992 il premio Leibniz della Deutsche Forschungsgemeinschaft, che è la più alta onorificenza scientifica tedesca. Pääbo fu altresì eletto presso l'Accademia reale svedese delle scienze nel 2000. Nell'ottobre 2009 la Foundation for the Future annunciò l'assegnazione a Pääbo del premio Kistler per il suo lavoro sul DNA arcaico, iniziato nel 1984 su una mummia di 2400 anni fa. Nel giugno 2010 la Federation of European Biochemical Societies gli conferì la Theodor Bücher Medal per i successi nell'ambito della biochimica e della biologia molecolare.
Nel 2022 gli viene conferito il premio Nobel per la medicina, a seguito delle sue ricerche sull'evoluzione dell'uomo.
Di Camilla Deponti
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