12 Settembre 2022
I genitori del dodicenne che ha subito abusi da parte della professoressa, nella Scuola Secondaria di Primo Grado Luigi Vanvitelli, hanno deciso di aprirsi raccontando alla stampa il modo in cui, lentamente, si sono resi conto che la donna stava abusando di loro figlio, attraverso vari campanelli d'allarme. Attenzioni morbose e inusuali, come ad esempio i messaggi privati ad orari improbabili o fare decine di chilometri in macchina per andar a trovare il figlio quando questi pranzava con gli amichetti. Vediamo come l'hanno vissuta i genitori della vittima.
La terribile vicenda ha visto l'insegnante soggiogare psicologicamente l'alunno attraverso una "un'opera di persuasione sottile e subdola", trattandolo da privilegiato e cocco della maestra, "instaurando un rapporto di predilezione", salvo poi approfittare della superiorità fisica e della sua posizione di autorità per costringerlo a intrattenere conversazioni hard e partecipare in "atti sessuali".
Tuttavia, questi aspetti non sono emersi immediatamente: i genitori affermano di essersi insospettiti in seguito a numerosi atti anomali. Innanzitutto, la professoressa contattava il bambino molto stesso fuori dall'orario scolastico, e "si rivolgeva a lui in modo strano nel gruppo WhatsApp di classe". Altri episodi altrettanto anomali: la donna aveva fatto ben 30km in macchina per raggiungere il ragazzino mentre questi mangiava un panino con gli amici. Altri episodi sono avvenuti, ma il padre dell'alunno li ha taciuti per mantenere riservatezza.
Sarebbe stata la madre a insospettirsi per prima, con il padre inizialmente più scettico. Poi, un episodio che rompe gli indugi: il bambino torna a casa sconvolto, piangendo, e rivela di "volersi lavare la faccia" perché "si sente sporco". Da qui, il bambino si confida: la prof lo ha invitato in aula professori facendogli delle avances. Il padre spiega tuttavia che non è avvenuto un rapporto vero e proprio, così come chiarisce che il figlio non ha mai ricambiato le foto oscene inviate dall'insegnante.
La denuncia è partita immediatamente, godendo dell'appoggio e il supporto immediato della scuola, la cui preside ha espresso un comunicato in cui esprime il rincrescimento che un simile atto sia avvenuto entro le mura della sua scuola. I genitori hanno anche riferito di essere stati molto scossi dal fatto che certe persone, sui social, esprimessero fiducia per la professoressa definendola "un cuore d'oro". E la paura che l'abuso potesse durare più a lungo: "ogni giorno mi faccio la stessa domanda... Come sarebbe andata a finire, se lui non si fosse confidato con noi?".
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