Nadire Kurti, chi è la donna che ha ucciso e fatto a pezzi il marito a colpi d'ascia

Tutto quello che si sa su Nadire Kurti, ecco chi è veramente la donna che avrebbe ucciso il marito Shefki Kurt a colpi d'ascia. Si tratta di una donna di 68 anni, sempre considerata dai vicini, parenti e amici come una donna tranquilla, mite e pacifica. Nadire ha confessato questa notte di aver ucciso e fatto a pezzi il marito. Una confessione che ha sorpreso molto il magistrato, tanto che non ci aveva subito creduto. "Dove ha imparato a tagliare così", aveva chiesto. "Quando tagli… la gallina".

Nadire Kurti, chi è la donna che ha ucciso il marito 

Nadire Kurti è affetta da anni da diversi disturbi psichiatrici. Anche per questo, negli ultimi tempi, si era ritirata nella propria abitazione senza vedere nessuno. La sua vita, negli ultimi anni, era dunque diventata solitaria e riservata. Un isolamento che ha però finito per peggiorare le sue condizioni di salute. A prendersi cura di lei era solo il marito, che di anni ne aveva 71 anni. L'uomo è morto qualche giorno fa, ucciso proprio dalla donna. Una tragedia figlia della solitudine e dei tempi purtroppo incerti che stiamo passando, dove chi ha bisogno di aiuto spesso - anzi, quasi sempre - viene abbandonato a se stesso.

Come è avvenuto l'omicidio è stata la stessa donna a raccontarlo, e le sue parole - prive di lucidità - fanno accapponare la pelle. "Voleva lasciarmi – ha raccontato la Nadire Kurt alle forze dell'ordine di Rovigo – e poi avrebbe portato la sua amante a vivere in casa nostra". In verità, come è facile immaginare, suo marito Shefki Kurt, non avrebbe avuto alcuna relazione extraconiugale. Tutto sarebbe stato una "fantasia" della moglie, la cui mente, come già accennato, era completamente annebbiata.

Nadire Kurti, la confessione e il presunto movente

"Ho ucciso mio marito perché mi picchiava, ogni giorno da diversi anni", ha continuato a raccontare la donna. "Mi dava dei pugni, diceva che dovevo andare via di casa perché voleva venderla". E le paranoie non finivano: "Lui aveva un’altra. L’ho sentito parlare con una albanese che voleva 90mila euro". "Mi ha messo un coltello qua", ha poi continuato indicando lo stomaco. "E mi ha detto che mi faceva a pezzi. Poi è andato via, a dormire all’interno della discoteca che gestiva una volta". Naturalmente, nonostante le sue parole non siano giudicate attendibili, le Forze dell'Ordine stanno cercando di capire se ci poteva essere qualcosa di vero.

Stando agli inquirenti, il delitto sarebbe andato in scena tra il 21 e il 22 luglio scorso. "Quel giorno che io l’ho ammazzato (...) gli avevo detto di andarsene con l’altra donna, ma lui mi ha dato una sberla e io ho preso lo spaccalegna". Si tratta di un’ascia che Shefki "teneva dietro la porta" della camera da letto per proteggersi dai ladri. "Gli ho dato un colpo, e poi gliene ho dati altri, finché non è morto". Il film dell'orrore però prosegue: "O moriva lui o morivo io, l'ho colpito quando si è voltato per andarsene a letto. Con un lenzuolo l’ho trascinato in bagno, dove c’era la doccia. Siccome era molto pesante, per portarlo via ho fatto tanti pezzi". Ha usato l’accetta "e poi ho preso un tagliacarne, che tagliava meglio". Infine: "Ho messo i pezzi nel freezer che sta nel corridoio della mia abitazione e ho pulito tutta la casa. Ho aspettato la mezzanotte perché non volevo che qualcuno mi vedesse: ho preso i pezzi dal freezer e sono andata a buttarli nel canale".