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Canto per i miei amici dissidenti (o resistenti): "Tutto incominciò grazie alla consapevolezza che l'unione fa la forza, da soli non si sopravvive"

La mia tardiva scoperta dell'importanza dell'amicizia è un fiore sbocciato grazie al putrido concime della mistificazione dei media

29 Agosto 2022

Canto per i miei amici dissidenti (o resistenti): "Tutto incominciò grazie alla consapevolezza che l'unione fa la forza, da soli non si sopravvive"

fonte: Imagoeconomica

SCRITTI PANDEMICI

“Non camminare dietro a me, potrei non condurti. Non camminarmi davanti, potrei non seguirti. Cammina soltanto accanto a me e sii mio amico.” (Albert Camus)
Sarà lo spleen dovuto alla fine dell’estate, ma questa mattina, leggendo i messaggi scambiati nel gruppo Telegram tra gli amici dissidenti (o resistenti, secondo l’espressione cara al Professor Ugo Mattei), mi sono reso conto fino in fondo di quanto sia importante che al mondo vivano ancora persone come loro. Seduto sul bordo della vasca da bagno, ho scorto una mia risata nello specchio per le parole di Paolo, Luca, Andrea, Marco e molti altri dai nomi tanto rari da renderli riconoscibili. Amci, il presente è distopico, ci avviamo verso il default governati dalla solita banda di deficienti ma … ci siete voi!
So che mi prenderete in giro per questo mio improvviso sentimentalismo, per questa sincerità infantile, ma tant’è, voglio che lo sappiate: siete stati importanti in questi 32 mesi d’inferno e ve ne sono grato.
L’umanità si è incamminata verso il transumanesimo, il metaverso, la perdita dell’identità individuale eccetera eccetera e io, a sessant’anni, sono qui in mutande, nel mio studio, a scrivere l’apologia del sentimento più antico dell’umanità!
Grazie all’amicizia, alla solidarietà, la nostra razza si è fatta strada nel mondo, diventando capace persino di addomesticare il lupo. E questo fu il primo segnale della nostra volontà di dominio sul creato: il lupo, cacciatore in branchi organizzati, guidati da un maschio alfa, così simili ai primi gruppi di cacciatori che assumendo la posizione eretta liberarono la mano per impugnare le armi di cui la natura non li aveva dotati.
Così incominciò il racconto dell’esistenza terrena dell’homo sapiens, la lunga storia, vissuta da miliardi di esseri umani e scritta da milioni di autori, uno dopo l’altro, in questa curiosa staffetta che è la vita (o, se volete, la letteratura).
Tutto incominciò grazie alla consapevolezza che l’unione fa la forza, che da soli non si sopravvive. E l’homo sapiens - in soli 70 mila anni (o 300 mila se consideriamo la sua prima apparizione in Africa) - non è poi cambiato tanto: è sempre in cerca di un amico! Quando i pericoli ci minacciano, quando abbiamo paura, la reazione è formare un gruppo di difesa. Non soltanto per combattere, ma per sostenerci. E per parlare, naturalmente, scambiarci le informazioni utili per fare fronte alla minaccia.
“Il limite del mio linguaggio è il limite del mio mondo”, ha scritto un saggio. Ho la straordinaria fortuna di avere amici meravigliosi, con una perfetta padronanza del linguaggio. Sembra poco, ma questa padronanza ci ha consentito di leggere (spesso in lingue straniere) documenti che ci hanno permesso di conoscere – prima degli altri – la verità.
Così sono nati i documenti del Gruppo 15 febbraio, colleghi avvocati dissidenti (resistenti). Così sono nati i miei articoli per Il Giornale d’Italia.
Così, i messaggi scambiati da un manipolo di persone diventano articoli letti da molte migliaia… Il sasso nello stagno, il seme che germoglia, la consapevolezza che aumenta: insomma, un piccolo passo verso il Grande Risveglio.
Ma un grande passo per me, uomo, che grazie a voi amici mi sento meno solo in un mondo che ormai percepisco come ostile.
E questa tardiva scoperta dell’importanza dell’amicizia, per un solitario di sessant’anni, è un fiore cresciuto grazie al putrido concime della mistificazione dei media, che ci ha spinto a riunirci su Telegram.
Ora non v’intristite, non era mia intenzione contagiarvi col mio spleen. Continuiamo a ridere, di cose tragiche magari e proprio per questo ridiamone! Ridere: la reazione che più ci distingue dagli animali, la più civile del mondo.

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d’Italia

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