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Lucio Tasca d'Almerita: causa morte, malattia, tumore. Come è morto veramente

Nel pomeriggio di lunedì 25 luglio 2022 è arrivata la notizia del decesso di Lucio Tasca d'Almerita, ambasciatore del vino siciliano: causa morte, malattia, tumore, come è morto

25 Luglio 2022

Lucio Tasca d'Almerita: causa morte, malattia, tumore. Come è morto veramente

Fonte: Facebook profilo Fabio Granata

Nella giornata di lunedì 25 luglio 2022 è arrivata la notizia del decesso di Lucio Tasca d'Almerita: causa morte, malattia, tumore, come è morto. L'ambasciatore del vino siciliano nel mondo se n'è andato all'età di 82 anni. Nel 1985 fu il primo in Sicilia a sperimentare le varietà internazionali, aprendo in seguito una strada seguita da molti altri produttori dell'isola.

Lucio Tasca d'Almerita: causa morte, malattia, tumore, come è morto

La vera causa della morte di Lucio Tasca d’Almerita dovrebbe risiedere nella sua età avanzata. Non risulta infatti che l'uomo soffrisse di alcuna malattia - a parte qualche acciacco dovuto ai suoi 82 anni - o tumore. Il suo cuore ha semplicemente smesso di battere e il conte se n'è andato mentre era nella sua Palermo. Con il decesso di Lucio Tasca d'Almerita non dovrebbe c'entrare nulla il Covid o tantomeno il vaccino contro il Covid. Questa è una specificazione che si rende sempre necessaria a fronte del fatto che, da due anni a questa parte, alla morte di ogni persona famosa, molti cercano possibili legami col virus o col siero per combattere il virus. Legami che solo raramente vengono comprovati.

Il conte era stato il fondatore dell'omonima azienda agricola produttrice dei vini che vengono esportati in tutto il mondo. Tali vini vengono prodotti in ben cinque tenute presenti in Sicilia: Regaleali nella Contea di Sclafani, Capofaro Malvasia e Resort a Salina, Tascante a Passopisciaro sull'Etna, Mozia nella laguna naturale al largo di Marsala e Sallier de La Tour a Camporeale.

A Lucio Tasca d'Almerita si deve anche l’impegno dedicato alle varietà autoctone, in primo luogo al Nero d’Avola, uva nobilitata nella splendida tenuta di Regaleali. Ma non è ancora finita: il conte è stato anche pioniere della sostenibilità con il protocollo Sostain, diventato poi una fondazione di cui in questo momento si occupano i figli Alberto e Giuseppe Tasca che portano avanti le aziende di famiglia.

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