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Caso Signorini, Corona ha detto la verità: favori sessuali in cambio di visibilità, ma il "sistema" lo punisce con querele e perquisizioni

Corona ha denunciato un meccanismo opaco che ruoterebbe attorno al Grande Fratello: favori sessuali in cambio di visibilità, selezioni pilotate, silenzi comprati

23 Dicembre 2025

Caso Signorini, Corona ha detto la verità: favori sessuali in cambio di visibilità, ma il "sistema" lo punisce con querele e perquisizioni

Corona-Signorini Fonte: X @cutolotto

Fabrizio Corona ha fatto quello che nessuno osa più fare: ha rotto il patto non scritto dell’omertà televisiva. Ha puntato il dito contro Alfonso Signorini, simbolo di un potere mediatico che si presenta come intrattenimento ma agisce come sistema. Lo ha fatto con i suoi metodi, certo, spesso sopra le righe, ma con un coraggio che oggi manca a troppi. E per questo è stato punito.

Nel suo format “Falsissimo”, Corona ha denunciato un meccanismo opaco che ruoterebbe attorno al Grande Fratello: favori sessuali in cambio di visibilità, selezioni pilotate, silenzi comprati. Ha fatto nomi, mostrato messaggi, portato testimonianze. E il sistema ha reagito come sempre: non con una smentita nel merito, ma con una querela. Non con un confronto pubblico, ma con una perquisizione. Non con trasparenza, ma con repressione.

La Procura di Milano ha aperto un’indagine per revenge porn. Un’accusa gravissima, chiedersi: è davvero questa la priorità? O è un modo per spostare l’attenzione dal contenuto alla forma, per screditare chi disturba l’ordine costituito dello spettacolo?

Corona ha poi fatto un passo indietro. Ha chiesto scusa ad Antonio Medugno e Pierpaolo Pretelli, riconoscendo di averli coinvolti senza il loro consenso. Un gesto che non cancella l’errore, ma dimostra consapevolezza. E non smentisce la denuncia più ampia: quella di un mondo televisivo dove il potere si esercita in modo arbitrario, dove la selezione non è mai solo meritocratica, e dove chi osa parlare viene isolato o ridicolizzato.

Non si tratta di santificare Corona. Ma di riconoscere che, in un panorama mediatico anestetizzato, la sua voce è una delle poche che ancora osa disturbare. E che forse, dietro il clamore e l’eccesso, ha toccato un nervo scoperto. Il problema non è solo quello che ha detto. È che lo ha detto ad alta voce.

E allora la domanda vera non è se Corona abbia sbagliato nei modi lo ha fatto, e lo ha ammesso ma perché nessun altro abbia mai avuto il coraggio di sollevare il velo. Perché, in un sistema che si nutre di apparenze, chi prova a raccontare ciò che accade dietro le quinte viene subito delegittimato, isolato, messo a tacere. Forse è più comodo così. Ma non è giusto. In un Paese che si dice democratico, la libertà di parola non può valere solo per chi sta al centro del palcoscenico. Deve valere anche e soprattutto per chi ha il coraggio di guardare dietro le quinte. Anche se si chiama Fabrizio Corona.

Di Nico Combattelli Popoli (Pe)

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