24 Maggio 2022
La procura di Caltanissetta ha disposto una perquisizione della Dia nella redazione di Report dopo l'inchiesta su Capaci: "Verificare genuinità fonti". La magistratura vuole approfondire le rivelazioni sulla strage di Capaci del 23 maggio 1992 diffuse dalla trasmissione d'inchiesta in onda su Rai3. A rivelarlo, il conduttore del programma, il giornalista Sigfrido Ranucci, con un post su Facebook. Nella puntata di ieri, lunedì 23 maggio, è stata svelata la presenza sul luogo dell'attentato al giudice anti-mafia Giovanni Falcone di Stefano delle Chiaie, il fondatore dell'organizzazione di estrema destra Avanguardia Nazionale. Un dettaglio inedito e finora non conosciuto della strage di Capaci, che ora la magistratura vuole analizzare a fondo per ricostruire effettivamente la verità. Da qui la decisione di disporre una perquisizione nella redazione di Report e nell'abitazione del giornalista Paolo Mondani.
"Report: perquisizione in atto della Dia su mandato della procura di Caltanissetta presso l'abitazione dell'inviato di Report Palo Mondani e la redazione del sottoscritto". Inizia così il messaggio pubblicato da Ranucci su Facebook per dare notizia dell'atto di indagine compiuto dalle forze dell'ordine su disposizione della magistratura. Gli inquirenti - ha spiegato il giornalista - hanno cercato atti e testimonianze, su telefonini e computer.
La notizia ha subito scatenato polemiche, perché alcuni vi hanno letto una potenziale intimidazione alla libera attività giornalistica. Per questo a stretto giro è arrivata la precisazione del procuratore di Caltanissetta Salvatore De Luca, che ha chiarito come nessun giornalista sia indagato e che la procura punta soltanto a verificare la "genuinità delle fonti". La perquisizione "non riguarda in alcun modo l'attività di informazione svolta dal giornalista", ha spiegato il magistrato, pur notando come sicuramente l'inchiesta sia il frutto di "una macroscopica fuga di notizie".
Contattato dall'Ansa, il giornalista Ranucci ha commentato gli ultimi sviluppi giudiziari garantendo "massima collaborazione". "Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure" pur tenendo fermo un principio deontologico inderogabile, quello della "riservatezza delle fonti". "Non è un atto ostile nei nostri confronti", ha chiosato il conduttore di Report, che da agosto dello scorso anno vive sotto scorta 24 ore su 24. Un narcotrafficante legato alla 'ndrangheta, infatti, avrebbe ordinato di ucciderlo.
La decisione della procura di Caltanissetta ha subito provocato la reazione della Fnsi, il sindacato dei giornalisti, che per bocca del suo presidente Beppe Giulietti ha invitato a "non molestare Report e la sua redazione". "Sarà il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che da trenta anni sono riusciti a restare in una ben protetta 'oscurità'", ha scritto su Twitter con tono polemico.
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