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Ambasciata somala a Roma occupata: il nuovo diplomatico si chiama Adbirahman Nur

Nur, si è barricato dentro l'Ambasciata somala e non è più uscito. Sul caso sta indagando la polizia. Il predecessore: "È in pericolo la mia incolumità personale quale ambasciatore in carica"

27 Aprile 2022

automobile polizia

Scoppia il caso all'interno dell'Ambasciata somala a Roma. Un rappresentante appena nominato dal governo di Mogadiscio Ahmed Adbirahman Nur, e cugino dell’attuale presidente della Somalia Mohamed Abdullahi Farmajo, si trova infatti barricato da 20 giorni all’interno della sede situata nel quartiere Prati, in via dei Gracchi nella capitale. Stando a quanto raccontato alla polizia dal predecessore del diplomatico Mohamed Abdirahman Sheik Issa, il blitz sarebbe avvenuto nella notte del 7 aprile: Nur si è intrufolata nell'Ambasciata, ha forzato le serrature, estromettendo di fatto Sheik Issa nonostante non avesse ancora terminato il suo mandato.

Ambasciata somala a Roma: Nur irrompe e la fa sua


A indagare sulla vicenda ci pensa la Procura per invasione arbitraria di edifici, che al momento risulta a carico di ignoti. Il nuovo diplomatico, che ha la carica di "incaricato d’affari" quindi una sorta di reggente, venti giorni fa ha fatto il suo ingresso in ambasciata senza avvisare il vecchio inquilino che, in quel momento, aveva ancora le chiavi della sede ed era a tutti gli effetti l’ambasciatore in Italia della Somalia.

Nur, accompagnato da un fabbro e da un falegname ha poi sfondato le porte barricandosi dentro e cambiando le serrature, con nuove chiavi. Il cugino del presidente somalo ha preso così preso possesso del villino, parco macchine incluso. Sheik Issa naturalmente non è stato più in grado di entrarci la mattina dopo. Quest'ultimo da 4 anni reggeva le redini della sede diplomatica, e ha dichiarato che Nur sarebbe entrato in possesso tra le altre cose di documenti top secret custoditi nell’ambasciata. Issa ha così denunciato lo sfratto al commissariato Prati e invocato la "protezione diplomatica".

 

Ambasciata somala a Roma: le indagini


La procura sta indagando sul caso per invasione arbitraria di edifici, al momento a carico di ignoti. Attenzione anche a possibili faide che potrebbero scattare da vari gruppi in Somalia, dopo questo atto. C'è ancora da capire se il blitz sia stato autorizzato da Mogadiscio oppure un'opera portata avanti da Nur senza sentire nessuno. Issa avrebbe pronunciato davanti agli investigatori le seguenti parole: "È in pericolo la mia incolumità personale quale ambasciatore in carica". Ha inoltre spiegato che trova "fisicamente impedito l’esercizio delle funzioni tuttora in corso" e che "la rappresentanza diplomatica si trova in stato di sequestro".

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