15 Marzo 2022
fonte: Twitter @gadlernertweet
Covid, si accumulano mascherine senza certificazioni Ce e inutilizzabili: ci vogliono quasi 700mila euro per distruggerle. Comprate nella prima fase della pandemia, il costo mensile per il loro stoccaggio è di oltre un milione di euro. La struttura del Commissario per l'Emergenza Covid, Francesco Figliuolo, ha avviato le disposizioni per la vendita o manifestazioni di interesse riguardo ad un "accumulo ingente" di mascherine prive della certificazione Ce e altri materiali destinati all'emergenza Covid nella prima fase della pandemia nel 2020, non più impiegabili.
Secondo quanto si legge dalla determina del Commissario, il materiale occupa un volume complessivo di 40mila metri cubi nei magazzini, per il cui stoccaggio si sostiene un onere di oltre un milione di euro al mese. Circa 218 milioni di mascherine inutilizzabili saranno distrutte su richiesta della struttura commissariale. L'azienda che ha vinto il bando per lo smaltimento è la A2A, che potrebbe bruciare una grossa percentuale dei materiali negli impianti di termovalorizzazione, riuscendone a destinare un'altra minima parte come materiale di riciclo. Qualche speranza di rientrare seppure minimamente nelle spese e fermare le perdite c'è ancora, invece, per le mascherine prive della certificazione "Ce" e altri materiali ancora nei magazzini della struttura (sempre acquisiti nella prima fase della pandemia dalla struttura "pro tempore" gestita da Arcuri).
I dispositivi da eliminare sono le cosiddette 'mascherine di comunità' (acquisite dalla precedente struttura commissariale, consentite in una prima fase della pandemia, prive di certificazioni e meno efficaci di quelle chirurgiche), che finora sono state stoccate nei magazzini della struttura per 313mila euro al mese. "Non sono mai state richieste, né dalle regioni, né dagli altri enti convenzionati" e "oggi non trovano più nessuna possibilità di impiego", si legge nella determina del Commissario.
All'estero c'è chi già studia il riutilizzo del materiale delle chirurgiche miscelandolo con macerie edili lavorate o aggregati di cemento riciclato: un modo per ricavare materiale da costruzione. In Italia per ora si spera ora che l'offerta non vada deserta, altrimenti bisognerà pagare ancora per sbarazzarsi prima o poi anche di questi ingombranti carichi.
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