09 Marzo 2022
Vaccino Covid (fonte foto Lapresse)
Nessuna multa è stata comminata per gli over 50 che non hanno adempiuto all'obbligo vaccinale. Non si tratta di un'improvvisa solerzia degli ultracinquantenni ma di un problema informatico che ha permesso a migliaia di persone non vaccinate di non essere di fatto colpite dalle sanzioni previste dal governo. Un finale amaro per un provvedimento che fin da subito non era parso troppo stringente, dato che la multa di 100 euro era una tantum.
La colpa a quanto risulta e dei sistemi informatici che non riescono a parlarsi tra di loro, ma anche delle lungaggini burocratiche e della struttura stessa del decreto dello scorso 7 gennaio 2022. La procedura messa in piedi dal decreto prevede infatti che i nominativi delle persone che non rispettano l'obbligo vengano rilevati dal Sistema Tessera Sanitaria, che è gestito dalla società informatica del ministero del Tesoro, la Sogei. A sua volta la Sogei avrebbe dovuto incrociarli con quelli della banca dati dell'anagrafe vaccinale nazionale, alimentata dalle Regioni. Si ricorda inoltre che sulla tessera sanitaria si sarebbero dovuti registrare i certificati di avvenuta guarigione dal Covid, trasmessi da medici di famiglia e Asl.
A tutto questo si aggiungono le difficoltà di una sanità nazionale ancora poco digitalizzata, con nessun nominativo di over 50 inadempienti è stato trasmesso ad Equitalia. Anzi, dall'agenzia di riscossione, cioè da coloro che avrebbero dovuto inviare le multe, fanno sapere che: "Noi in tutta questa procedura abbiamo solo il ruolo di postini". E se le multe non dovessero arrivare per il 15 di giugno oltre al danno si aggiungerà anche la beffa, perché da quella data scadrà l'obbligo vaccinale.
L'iter amministrativo prevede infatti che, dopo ricevuto l'elenco degli inadempienti, Equitalia trasmetta via mail o per mezzo della Pec la cartella esattoriale da 100 euro. A quel punto, se per errore non si è tenuto conto dell'avvenuta guarigione dal Covid da non più di sei mesi o se il multato ha un'esenzione sanitaria attestata da un certificato medico, questi ha 10 giorni di tempo per inviare la relativa documentazione alla Asl. A questo punto la Asl dovrà trasmettere tutto a Equitalia. In caso contrario l'Agenzia emetterà entro altri 180 giorni un nuovo avviso di addebito, che però a quel punto rischia di arrivare ormai fuori tempo massimo. Da Equitalia fanno però sapere che, "il pagamento sarebbe comunque dovuto anche nel caso non venisse ulteriormente prorogato l'obbligo vaccinale".
Al momento gli over 50 a non aver ricevuto nemmeno una dose di vaccino sono un milione e 860 mila. Ma tolti i guariti da non più di sei mesi e aggiunti coloro che hanno saltato il richiamo o il booster comunque passibili di multa, il numero si riduce a circa un milione e mezzo di persone che riusciranno a evitare la multa. Poteva andare peggio per i lavoratori ultracinquantenni non immunizzati, che dal 15 febbraio dovevano essere messi a casa in aspettativa non retribuita e che sono passibili di una multa da 400 a mille euro se scoperti al lavoro senza Super Green Pass.
In età lavorativa siamo sull'ordine di 700 mila non vaccinati. Che scendono a meno di 400 mila se togliamo i disoccupati e i guariti, questi ultimi in larga parte impiegati nel privato. Per questi, i datori di lavoro, dovendo conservare il posto al No Vax ricorrendo a sostituzioni di 10 giorni in 10 giorni, hanno preferito quasi ovunque soprassedere e lasciare in smart working i dipendenti refrattari alla puntura, anche se la legge non consentirebbe di aggirare in questo modo l'obbligo vaccinale.
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