01 Marzo 2022
Guerra in Ucraina (fonte: Реальная Война)
Nella giornata di lunedì 28 febbraio l'Ucraina ha accusato formalmente la Russia di adoperare bombe a grappolo durante il conflitto, armi vietate il cui uso è considerato un crimine di guerra. La denuncia è arrivata da Oksana Markarova, ambasciatrice ucraina alle Nazioni Unite. Seguita poi da un botta e risposta fra i portavoce di Stati Uniti e Russia. Psaki (Usa) ha sottolineato che "se fosse vero sarebbe - per l'appunto - potenzialmente un crimine di guerra". Peskov (Russia) ha negato seccamente le accuse. Ma cosa sono le bombe a grappolo, come funzionano e perché sono vietate?
Le bombe a grappolo sono composte da gas infiammabile e particelle metalliche. Il detto gas esplode rapidamente andando a formare una specie di nuvola tossica che causa una seconda deflagrazione. Quest'ultima libera generalmente dalle 200 alle 250 "sottobombe" che esplodono in tutte le direzioni. Le bombe a grappolo (in inglese cluster bombs) deflagrano quando entrano in contatto con il suolo e generalmente vengono sganciate da velivoli ad alta quota. Vengono usate per opporsi a grandi assembramenti di truppe nemiche, ma anche per stanare nemici nascosti in bunker o grotte.
Va da sé che il loro utilizzo causi esplosioni estremamente poco mirate e sono spesso causa, visto l'ampio raggio di territorio che riescono a coprire, di morti civili. Inoltre è calcolato, dagli stessi produttori di questi ordigni bellici, che circa il 5% delle suddette "sottobombe" rimanga inesplosa sul territorio. Altri ricercatori indipendenti hanno identificato il numero delle inesplose con il 15% delle stesse. Provocando dunque un pericolo per i civili anche a distanza di tempo dalla fine del conflitto. Per questi motivi appaiono in palese violazione con l'art. 51 del I protocollo della Convenzione di Ginevra. Sono state legislate dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulle bombe a grappolo, adottata il 30 maggio 2008 a Dublino, mentre a Oslo il 3 dicembre 2008 è avvenuta la firma degli stati sottoscrittori. È entrata poi in vigore il primo agosto 2010. Fra i paesi che non hanno firmato figurano Stati Uniti, Cina, India, Israele, Pakistan, Brasile, e la Russia.
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