16 Febbraio 2022
Spiaggia a Ostia, 2021 (fonte: Lapresse)
Dal Consiglio dei Ministri arriva l'ok all'emendamento che farà parte del ddl Concorrenza: gare aperte a partire dal primo gennaio 2024, le concessioni balneari tornano oggetto trattativa. Cambia tutto: il governo avrà sei mesi di tempo per presentare le riforma. Non una novità per i proprietari, che già dallo scorso autunno, quando la proroga al 2033 era stata annullata, avevano intuito che qualche decisione fondamentale stava per arrivare. Nell'emendamento si legge che le concessioni "continuano ad avere efficacia sino al termine previsto dal relativo titolo e comunque fino al 31 dicembre 2023 se il termine previsto è anteriore a tale data". La durata non sarà "superiore a quanto necessario per garantire al concessionario l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati", ma invece rivalutata "in ragione dell’entità e della rilevanza economica delle opere da realizzare con divieto espresso di proroghe e rinnovi anche automatici".
Le gare saranno aperte a tutti, anche microimprese e enti del terzo settore. Le spiagge saranno pertanto frazionabili anche in piccoli lotti. La concessione sarà disposta seguendo determinati criteri: la qualità dei servizi offerti, l'impatto ambientale e le attrezzature proposte. In questo calcolo verranno incluse tutte le caratteristiche già presenti come la facilità d'accesso per le persone disabili, fino all'organizzazione dello stabilimento. Diritto di prelazione previsto per chi nei cinque anni precedenti ha avuto la concessione balneare come unica fonte di reddito. Al momento il governo starebbe anche pensando a un indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario entrante.
I proprietari annunciano battaglia e già infuriano le proteste per una decisione che si aspettavano. D'altro canto l'Unione Europea da molto tempo bacchetta l'Italia per le continue proroghe delle concessioni. Non sarà più così. Il presidente di Unionmare Veneto, Alessandro Berton, chiede una "norma nazione che premi chi ha sempre investito, tutelando la ricchezza economica che ha creato nei decenni". Ma c'è anche chi non l'ha presa così alla leggera. I membri di Base Balneare annunciano di voler "ricorrere alla corte di Giustizia europea". Il Comitato dei balneari italiani ancora più pesante: "Siamo pronti alla battaglia e alle barricate" e lanciano una manifestazione nazionale a Bologna, il prossimo 22 febbraio.
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