09 Dicembre 2021
fonte: Facebook Il Socio ACI
La regista italiana Lina Wertmüller si è spenta nella notte all'età di 93 anni. La notizia è arrivata tramite i social. L'artista, vincitrice lo scorso anno del Premio Oscar alla carriera, è scomparsa nella notte a Roma, sua città natale. In molti la ricorderanno per film come Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, ma soprattutto il più noto Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto, che nel 1974 consacrò al grande pubblico due attori del calibro di Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.
Nata il 14 agosto del 1928 con il nome di Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, Lina Wertmüller era figlia di un avvocato, Federico, e proveniva da una famiglia aristocratica di origini svizzere. Amica di Flora Carabella - futura moglie di Marcello Mastroianni - aveva iniziata a lavorare in teatro da giovanissima, frequentando l'Accademia Sharoff di Roma. Durante la sua formazione collaborò con alcuni tra i più grandi registi teatrali come Guido Salvini, Giorgio De Lullo e la coppia Garinei e Giovannini.
Dopo essere stata aiuto regista di Federico Fellini ne La dolce vita, nel 1963 arriva il suo esordio cinematografico con il film I basilischi, vincitore di una Vela d'argento al Festival di Locarno. A questo seguirono poi negli anni successivi alcuni tra i capisaldi della commedia all'italiana, quasi tutti caratterizzati da titoli estremamente lunghi che col tempo sono diventati il marchio di fabbrica della regista.
Impossibile non menzionare tra questi Mimì metallurgico ferito nell'onore, Film d'amore e d'anarchia, Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto, Pasqualino Settebellezze e Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica. Nelle sue pellicole, Lina Wertmüller si soffermò spesso a raccontare i conflitti umani e politici tra le diverse classi sociali, sullo sfondo di un'Italia che dalla crescita del boom economico passava al riflusso e alla disillusione degli anni del terrorismo.
Nel 1977 Lina Wertmüller fu inoltre la prima donna nella storia a essere candidata ai Premi Oscar come miglior regista con il film Pasqualino Settebellezze. La pellicola venne inoltre nominata anche come miglior film straniero, miglior sceneggiatura originale, mentre il suo protagonista Giancarlo Giannini ottenne la nomination come miglior attore. Con il titolo Seven beauties, il film ebbe una grande successo negli Stati Uniti, contribuendo a far conoscere a livello internazionale lo stesso Giannini.
Un traguardo e una carriera che furono di enorme ispirazione per molte donne che in seguito decisero di intraprendere la carriera di regista. A una domanda sulle difficoltà incontrate in quanto donna dietro la macchina da presa, Wertmüller in un'intervista rispose: "Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola. Sono stata addirittura cacciata da undici scuole. Sul set comandavo io. Devi importi. Gridavo e picchiavo. Ne sa qualcosa Luciano De Crescenzo durante le riprese di Sabato, domenica e lunedì con Sophia Loren. Non faceva altro che gesticolare con l'indice di una mano e così per farlo smettere gli 'azzannai' il dito".
Quella del '77 non fu però l'unica incursione della regista agli Oscar. Nel 2020 ricevette infatti l'Academy Award alla carriera "per il suo provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa". Durante la cerimonia di premiazione venne accompagnata da Sophia Loren e da Isabella Rossellini.
Di Giorgia Belfiore
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