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No Green pass, perquisizioni in tutta Italia ad affiliati gruppo "Basta dittatura"

Nel mirino dei più estremisti del gruppo Telegram il premier Mario Draghi assieme a medici, politici, giornalisti e personaggi pubblici. Nella chat si alludeva a "impiccagioni", "fucilazioni", "gambizzazioni" e a "nuove marce su Roma"

15 Novembre 2021

No Green pass, perquisizioni in tutta Italia ad affiliati gruppo "Basta dittatura"

Fonte: lapresse.it

Al via oggi, lunedì 15 novembre 2021, alle perquisizioni in tutta Italia nei confronti dei più radicali e "potenzialmente pericolosi" No vax e No Green pass affiliati al famoso gruppo Telegram "Basta Dittatura". Sono 17 le città interessate e a eseguire le ordinanze sono, prima di tutti, i membri della Polizia di Torino. "L'operazione (denominata anch'essa 'Basta Dittatura') è stata realizzata - spiegano in una nota le Forze dell'Ordine del capoluogo torinese - a seguito delle indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione, con la partecipazione diretta dei Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, sotto il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione".

"Basta dittatura", radicali del gruppo Telegram sotto accusa: minacciavano anche Draghi

Gli indagati, tutti presenti nel gruppo Telegram "Basta dittatura", avevano partecipato a numerose chat istigando chi leggeva e seguiva le conversazioni sia ad utilizzare le armi sia a compiere pericolosi atti illeciti nei confronti della autorità. Tra i nomi più frequenti veniva fatto spesso quello del Presidente del Consiglio Mario Draghi, vittima di centinaia di minacce social. Ma nel mirino degli estremisti non c'erano solo il premier o il ministro della Salute Roberto Speranza, ma anche diversi scienziati, politici, giornalisti e personaggi pubblici accusati di "asservimento" e di "collaborazionismo" con la "dittatura".

Questa mattina allora le autorità giudiziarie competenti nei confronti degli indagati hanno ravvisato i reati di istigazione a delinquere con l'aggravante dell'uso di strumenti telematici e di istigazione a disobbedire le leggi. Nella chat Telegram emergevano anche riferimenti allarmanti ed espliciti a "impiccagioni", "fucilazioni", "gambizzazioni" e allusioni a "nuove marce su Roma".

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