12 Novembre 2021
Eitan e il nonno
Il piccolo Eitan Biran dovrà tornare in Italia. È quanto ha stabilito il tribunale di Tel Aviv nella giornata dell'11 novembre respingendo il ricorso di Shmuel Peleg, nonno del bambino e oggetto di un mandato di cattura internazionale dopo averlo rapito lo scorso 11 settembre. Già nel processo di primo grado peraltro il tribunale aveva dato ragione alla zia paterna di Eitan, Aya Biran Nirko, tutrice legale dopo la scomparsa dei genitori nella tragedia del Mottarone. L'esecutività della sentenza tuttavia è al momento stata sospesa in attesa di un'eventuale ulteriore ricorso degli avvocati di Shmuel Peleg alla Corte Suprema israeliana.
Nella sentenza emanata dal tribunale, e in seguito diffusa dalla famiglia Biran, si può leggere che "Eitan Biran è stato rapito dall'Italia verso Israele e deve ritornare al suo abituale luogo di residenza in Italia". La decisione del tribunale è stata accolta positivamente dagli avvocati della famiglia Biran, Shmuel Moran ed Avi Chimi, i quali hanno invece dichiarato: "Speriamo che questo sia l'ultimo passaggio prima che Eitan torni alla sua famiglia e alla sua casa in Italia".
La decisione di consentire il ritorno di Eitan in Italia è stata presa dal magistrato del Tribunale della Famiglia Iris Ilotovich Segal, la quale basandosi sulla Convenzione de L'Aja ha dichiarato che il bambino è stato trasferito in Israele in maniera illegale e pertanto dovrà ritornare in Italia. Nell'aula del tribunale erano presenti anche il console italiano in Israele Emanuele Oldani e la nonna di Eitan, Esther Cohen Peleg, anch'essa sotto indagine per il rapimento del bambino.
Delusione invece da parte della famiglia Peleg, tramite il proprio portavoce Gadi Solomon ha ribadito: "Eitan è un bambino israeliano ed ebreo i cui parenti avrebbero voluto che crescesse e fosse educato in Israele". Al momento i legali dei Peleg stanno studiando la possibilità di fare ricorso alla Corte Suprema israeliana. In merito al mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura di Pavia, uno degli avvocati di Shmuel Peleg ha inoltre affermato: "Affronterà la questione. [...] a nessuno piace riceverlo".
Proprio a fronte della possibilità che la famiglia Peleg possa fare ricorso alla Corte Suprema il tribunale di Tel Aviv ha sospeso temporaneamente la sentenza emessa giovedì. Si tratta di una prassi che era stata attuata anche dopo la sentenza di primo grado, dove era stato anche li dato parere favorevole al ritorno in Italia del piccolo.
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