07 Ottobre 2021
Continua la saga tragicomica di Ugo Fantozzi, lo sfortunato collaboratore de Il Giornale d'Italia che, sotto pseudonimo, lo scorso 26 settembre aveva denunciato l'inefficienza degli uffici pubblici a Milano. Dopo che la sua storia è rimbalzata sulle più importanti testate nazionali (tra cui il quotidiano Libero) e il Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha inviato gli ispettori e coinvolto il Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, ad attivarsi prontamente è stata anche la Prefettura di Milano. La dottoressa Alessandra Tripodi, capo di Gabinetto, ha infatti raccolto tutto il materiale e ha chiesto ufficialmente spiegazioni al Comune del capoluogo lombardo.
É stato l'ufficio territoriale del Governo di Milano in data mercoledì 6 ottobre 2021 a rispondere, senza indugio, alle nostre segnalazioni. La Prefettura si è così attivata e ha chiesto chiarimenti, mandando una PEC direttamente al Comune di Milano, in cui si legge: "Si fa riferimento all'unita nota, qui fatta pervenire il 30 settembre scorso a cura della redazione de Il Giornale d'Italia ed afferente a taluni articoli pubblicati dalla citata testata giornalistica, anch'essi allegati alla presente e con i quali sono stati segnalati episodi di inefficienze e negligente gestione amministrativa presso gli uffici decentrati di codesto Municipio (il Municipio 5 di Milano, ndr). Si prega, a riguardo, di voler far conoscere cortesi e tempestivi riferimenti in merito alla problematica di cui trattatasi, unitamene alle iniziative che vorranno essere adottate sul punto".
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Sotto i riflettori è finito dunque il Municipio 5 di Milano situato in Viale Tibaldi 45, dove i dipendenti sembrano aver usato l'obbligo di prenotazione telefonica - pur in presenza di uffici completamente vuoti - come alibi per non svolgere correttamente il proprio lavoro. Dietro alla scusa del Covid, in sostanza, gli impiegati del Comune si erano rifiutati di erogare un servizio pubblico. Il nostro collaboratore, che per la comicità dell'accaduto si era firmato con il nome del celebre personaggio creato da Paolo Villaggio, si era recato lì solo per il rinnovo della ZTL ticinese, ma era stato respinto e invitato a "prenotare telefonicamente" per avere un appuntamento.
Uscito dal Municipio allora, mentre l'operatore rientrava all'interno, Ugo Fantozzi aveva chiamato e... indovinate chi gli aveva risposto? Sempre lui! Sempre la stessa persona che - e qui la massima presa in giro - gli aveva imposto di telefonare e presentarsi un altro giorno con un appuntamento. E non è finita qui: il nostro collaboratore, alla fine, si è anche sentito dire che l'ufficio di Viale Tibaldi era pure quello sbagliato e che avrebbe dovuto recarsi in quello di Piazza Beccaria.
Della vicenda era stato informato il sindaco di Milano Beppe Sala che, tramite il suo ufficio stampa, aveva fatto sapere: "Stiamo raccogliendo le informazioni per una risposta circostanziata". A non intervenire proprio era stato invece Luca Bernardo, assente ingiustificato. Infine, intervistato da Il Giornale d'Italia, il fondatore di Italexit Gianluigi Paragone aveva definito l'avventura di Ugo Fantozzi "la fiera dell'est delle responsabilità". E il Comune in tutto questo?
A dire la verità una risposta anche qui è arrivata, ma è stata una vera e propria supercazzola. Il Comune infatti aveva pensato bene di scaricare tutta la responsabilità alla Prefettura, la stessa che però il 6 ottobre, alla luce dei fatti, è prontamente intervenuta, prendendo in mano la situazione e chiedendo al Comune di Milano chiarimenti. Insomma, quello che ora ci auguriamo è che si possa finalmente fare chiarezza sulla situazione tragicomica del nostro Ugo Fantozzi.
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