10 Luglio 2021
Giorgio Scanu (Fonte: Facebook El Diario de Honduras)
Chi era Giorgio Scanu, l'italiano linciato in Honduras da una folla di 600 persone a colpi di machete, sassi e bastonate? La notizia della sua morte, risalente a venerdì 9 luglio 2021, ha sconvolto l'Honduras, ma anche l'Italia. Giorgio infatti era un nostro connazionale, era nato in Sardegna e da anni si era trasferito. L'uomo era stata denunciato alla polizia honduregna per aver commesso un presunto omicidio: la vittima sarebbe stata un anziano vicino di casa, con il quale Scanu avrebbe avuto dei violenti diverbi.
L'italiano linciato lo scorso 9 luglio in Honduras si chiamava appunto Giorgio Scanu ed è stato ucciso da una folla inferocita di circa 600 persone. In seguito al pestaggio, la sua casa e la sua automobile sono state bruciate. L'uomo era italiano ma da anni era residente nel Paese del Centroamerica. A scatenare l'uccisione del sardo sarebbe stato il presunto omicidio commesso da Scanu stesso: la vittima era il suo vicino di casa, Juan de Dios Flores, un uomo di 74 anni, per vendicarsi di un furto.
Scanu era arrivato vivo in ospedale ma in situazioni davvero critiche: è morto infatti poco dopo a causa delle gravissime ferite riportate su tutto il corpo. Il delitto è avvenuto a Santa Ana de Yusguare, nel Sud dell’Honduras, a circa 80 chilometri dalla capitale del Paese, Tegucigalpa. Come ha riportato il giornale locale La Prensa, quel giorno “un’orda inferocita di 600 persone armate ha fatto irruzione nella proprietà privata con l’apparente intenzione di togliere la vita a un cittadino straniero residente nel quartiere Los Mangos de Yusgare. In un attacco armato hanno incendiato la sua casa e la sua automobile”. Ma scopriamo meglio chi era la vittima, Giorgio Scanu.
Aveva il sangue sardo Giorgo Scanu. In particolare era nato e cresciuto a Donigala, una frazione vicina a Santa Giusta, piccolo comune in provincia di Oristano situato a circa 90 chilometri dal capoluogo della Regione, Cagliari. Il paesino è ancora sconvolto dalla notizie. Scanu, 56 anni, aveva vissuto metà della sua vita nell'Oristanese.
Da giovane Scanu si era sposato (ma il suo matrimonio era durato solo pochi mesi) e aveva avuto un figlio. In Italia aveva lavorato prima come tecnico di telefonia, poi alla Sirti - società che eseguiva appalti per Telecom Italia - e poi alla Deutsche Telekom, dove aveva ricevuto la proposta di trasferirsi in Honduras. Da quel momento fece le valigie e lasciò la sua terra d'origine. A Donigala intanto vive ancora un fratello, a Cabras una sorella, ma nessuno dei parenti, dopo la notizia, si è fatto vedere nelle ultime ore.
Gli amici italiani lo ricordano come un buon giocatore di calcio. A Santa Giusta lo chiamavano "terrore” perché “in campo era deciso, gli attaccanti avversari giravano al largo”. Ma “se in campo era duro, roccioso”, ricordano gli amici, “nella vita di tutti i giorni era una gran bella persona, un ragazzo assolutamente normale, di grande compagnia. Gli stessi amici lo avevano sentito qualche giorno fa e tutto sembrava essere nella norma.
In Honduras poi Giorgio Scanu si era rifatto una vita: si era risposato e aveva avuto altri due figli. Nel 2005 aveva avuto un ripensamento dopo un viaggio di qualche settimana nella sua terra natale. Dopo giorni di incertezza però aveva deciso di tornare in Honduras, dove ormai lavorava e viveva con la sua nuova famiglia.
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