20 Maggio 2021
Scuola (fonte foto Lapresse)
La Dad - didattica a distanza - ha avuto e continua ad avere drastiche conseguenze sugli studenti: nell'ultimo anno "ci sono stati disturbi psicologici, disturbi che si sono accentuati". A lanciare l'allarme è il Ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, che ribadisce la necessità di ripensare alla scuola e non di attuare una riforma. "Ai ragazzi servono gli strumenti per affrontare questa situazione".
"Noi - afferma il Ministro Bianchi in audizione sulle tematiche legate all'infanzia e all'adolescenza davanti alla commissione parlamentare - abbiamo sin da subito messo in atto un rapporto strettissimo con la società italiana di psicologia che deve servire a dare gli strumenti ai dirigenti e agli insegnanti per riconoscere subito i segni di un disagio psicologico. Ma sia chiaro, la scuola non è una clinica né può essere la soluzione di tutto, é il tramite di tutto".
"Nelle situazioni di disagio psicologico - sottolinea - nulla è peggio di interventi irregolari, di interventi spot: occorrono accompagnamenti continui. Il rapporto con la rete dei servizi sociali è fondamentale, sanitaria e sociale. L'idea di poter agire contestualmente, in equipe continua, tra la scuola (abbiamo su 8.183 plessi scolastici 5.662 che sono in grado di dare un servizio di rilevazione e supporto psicologico), i servizi sanitari e sociali, sono l'elemento per poter garantire interventi".
Per questo serve "un'attenzione particolare ai ragazzi con disturbi di apprendimento e a quelli che hanno difficoltà psichiche, fisiche continuative. Sono quelli che hanno sofferto di più, a cui bisogna ridare un reinserimento garantito nel tempo. In questa fase dobbiamo evitare e mettere sotto controllo tutte quelle condizioni di uso scriteriato, anche sui social, di pratiche che danneggiano i più deboli".
La scuola secondo il Ministro Bianchi è "da ripensare ma non riformare, operazione titanica. Deve essere più in grado di dare strumenti critici e capacità di vita collettiva. Abbiamo di fronte a noi un'operazione titanica: non riformare la scuola, ma ripensare in profondità gli strumenti che servono a bambini e ragazzi per affrontare situazioni come quella vissuta di recente" aggiunge.
"Abbiamo chiarissimo che - precisa ancora - in un'epoca come la nostra, la scuola deve essere il luogo in cui sviluppare il senso critico, di appartenenza e comunità. Troppo lungo è stato il periodo in cui la scuola è rimasta al margine di una società che si frammentava e si divideva. La scuola deve essere aperta a tutti e deve essere scuola in cui si costruiscono le capacità di partecipazione alla vita democratica, ma non è sempre così né ovvio. Spesso la scuola è il luogo della divisione: la nostra linea invece è partire fin dalla più tenera età a costruire le condizioni per una effettiva eguaglianza nel Paese".
"La situazione nazionale - spiega il Ministro dell'Istruzione - non ci permette di dire che tutti i bambini vivono nella stessa condizione: abbiamo offerte di servizi molto differenziati tra nord e sud, in particolare per i nidi, che al Nord sono garantiti quasi per il 46%, mentre al Sud in particolare in Sicilia siamo sotto il 5%; nella scuola dell'infanzia abbiamo uguali condizioni. Condizioni non tollerabili" ribadisce.
"È necessario - ribadisce Patrizio Bianchi - permettere una scuola che vada sempre più verso il tempo pieno - prosegue - una scelta che implicherà proprio massicci investimenti, in particolare al Sud, su mense e palestre. La scuola di oggi non deve semplicemente cumulare le informazioni. Siamo travolti da informazioni. Dobbiamo dare ai nostri ragazzi più strumenti" conclude.
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