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Minneapolis, continuano le proteste: incendiato un commissariato

29 Maggio 2020

Minneapolis, continuano le proteste: incendiato un commissariato

incendio (pixabay)

Terza notte di proteste a Minneapolis: incendiato un commissariato

Ancora tensioni a Minneapolis dopo la morte del 46enne afroamericano, George Floyd, soffocato da un agente della polizia durante un fermo. Nella terza notte di disordini è stato anche incendiato un commissariato, come riferisce la Cnn che fa sapere anche che gli agenti avevano eretto una recinzione intorno alla stazione di polizia, ma questa, presa d'assalto da migliaia di manifestanti, è stata abbattuta. I media locali raccontano che i manifestanti sono riusciti ad entrare nel commissariato frantumando i vetri delle finestre, vandalizzando gli uffici e dando alle fiamme parte dell'edificio. Quest'ultimo è stato evacuato "nell'interesse della sicurezza del personale", dopo che gli agenti hanno esploso alcuni proiettili di gomma contro i dimostranti. Altri edifici della zona sono stati vandalizzati appiccando dei fuochi. Un gruppo di facinorosi ha tentato di assaltare un mall vicino al luogo in cui è stato soffocato Floyd, ma è stato respinto dalla polizia con gas lacrimogeni.

I disordini hanno coinvolto anche altre città. Fra queste New York, dove sono state arrestate circa 30 persone scese in strada per protestare ed esprimere la propria rabbia contro la violenza della polizia nei confronti degli afroamericani, Oakland, Denver, Chicago e San Francisco.

Minneapolis: il sindaco dichiara lo stato di emergenza per 72 ore

Il sindaco, Jacob Frey, ha proclamato lo stato di emergenza di 72 ore e ha dichiarato che Minneapolis ha chiesto aiuto al governo del Minnesota e alla Guardia Nazionale per cercare di ''tenere sotto controllo la situazione''.” È inaccettabile quello che abbiamo visto nelle ultime ore e nelle ultime due notti in termini di saccheggi - ha commentato Frey - Le nostre comunità non possono tollerarlo e non lo tollereranno".

Dopo le critiche ricevute da Donald Trump, il sindaco ha replicato definendo il Presidente americano "molto debole" e denunciando "totale mancanza di leadership". "Debolezza è rifiutare di assumersi la responsabilità delle proprie azioni - ha sottolineato Frey - Debolezza è puntare il dito contro qualcun altro in un momento di crisi". "Donald Trump non sa nulla della forza di Minneapolis – esclamato - Siamo forti da morire. È un momento difficile, ma ce la faremo".

Minneapolis: il capo della polizia si scusa, ma dichiara di non poter accettare i disordini

Il capo della polizia di Minneapolis, Medaria Arradondo, si è "scusato nel modo più assoluto per la pena, la devastazione e il trauma che la morte di Floyd ha provocato alla sua famiglia ed ai suoi cari". "So che al momento c'è un deficit di speranza nella nostra città – ha commentato - e so che il nostro dipartimento ha contribuito a questo deficit nel suo insieme". Ha poi però ribadito di non poter permettere che si ripetano saccheggi, incendi e le violenze che si sono registrate la notte scorsa.

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