23 Settembre 2020
Antonio Patuelli (fonte foto LaPresse)
“La ripresa dello sviluppo e dell'occupazione sono la priorità del paese”. Così Antonio Patuelli, presidente di Abi, l’associazione bancaria, in un’intervista al “Sole 24 Ore”. Per raggiungere questo obiettivo “serve un disegno centrale che rifletta l'idea dell'Italia che vogliamo”. E questo disegno “dovrà muoversi su strategie parallele: indicare, da una parte, i principi ispiratori della prossima legge di bilancio e dall'altra definire i piani per accedere al Recovery Fund”.
“Ora ci sono anche i presupposti per chiarire gli equivoci sul Mes sanitario. Se ci sono davvero ostacoli giuridici - aggiunge il presidente Abi - l'esperienza di un commissario all'Economia come Paolo Gentiloni può essere un valido supporto ai fini di un processo di revisione del Trattato istitutivo del Mes”.
"A metà ottobre dovrà essere presentata la legge di bilancio. La strategia per l’accesso al Recovery Fund rappresenta una parallela che interagisce con l’indirizzo politico nazionale. È necessario - prosegue Patuelli - che ci sia un ‘disegno centrale’ e non decisioni prese per segmenti o per sommatoria di richieste”. L'obiettivo “sono il programma e la metodologia per una crescita dell'Italia che non sia più dello zero virgola del Pil annuale” perché “ci vuole una spinta più forte, per dare spazio a più sviluppo e nuova occupazione".
E questo è indispensabile, conclude il presidente Abi “anche per fare fronte al debito pubblico ulteriormente accresciuto. Non possiamo immaginare che il debito possa crescere ad oltranza e con esso i programmi di acquisto della Bce”. E ancora sul Mes, con le elezioni archiviate e alle spalle, “adesso si possono chiarire gli equivoci” sottolinea Patuelli. “Gli elementi segnaletici devono lasciare il campo alla buona volontà per chiarire i problemi laddove ci fossero. Siamo di fronte a una ipotesi di Mes straordinario, sanitario diretto e indiretto. Questo ramo sanitario viene innestato sul vecchio Mes. Se il vecchio Mes ha condizionalità che vengono ritenute non idonee per il nuovo, allora è bene che si sviluppi l’iniziativa di una revisione del Trattato istitutivo del meccanismo”. E conclude: “Da questo punto di vista, i rappresentanti dell’Italia in Europa hanno tutte le capacità e l'iniziativa per agire”.
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