18 Maggio 2020
Oggi l’Italia riparte. Sono circa 800mila le imprese che riapriranno. Il lungo lockdown ha tuttavia avuto ripercussioni pesanti sull’economia del nostro Paese, con "conseguenze che il sistema economico italiano non ha mai sperimentato dopo la seconda guerra mondiale". Confcommercio fa sapere che, dopo la flessione del 30,1% del mese di marzo, i consumi sono crollati ancora. Ad aprile 2020, rispetto allo stesso mese del 2019 è stato registrato un calo del 47,6%. I pochi settori che non hanno subito che drammatiche flessioni sono quello l’alimentazione domestica, l’energia e le comunicazioni. La domanda è stata praticamente nulla per turismo, ristorazione, intrattenimento, automotive e per le varie attività legate alla fruizione del tempo libero. "Cifre quasi inverosimili - sottolinea Confcommercio - che, purtroppo, testimoniano gli effetti derivanti dalla sospensione, non solo di gran parte delle attività produttive, ma anche di quelle sociali e relazionali dirette. La questione più grave è la concentrazione delle perdite su pochi importanti settori, come il turismo e l'intrattenimento, che sono anche quelli più soggetti a forme di distanziamento e rigidi protocolli di sicurezza, ma anche la mobilità e l'abbigliamento. La fine del lockdown non sarà uguale per tutti. Ma soprattutto, dopo la riapertura si avvertiranno anche dolorosi effetti su reddito e ricchezza che si protrarranno ben oltre l'anno in corso".
Confcommercio prevede una caduta del Pil a maggio a -16%. "Non basteranno gli ulteriori recuperi di attività attesi da giugno in poi – commenta l’azienda - per cambiare significativamente la rappresentazione statistica di una realtà fragile e profondamente deteriorata”.
Secondo gli analisti dell'Ufficio Studi Di Confcommercio "l’eccesso di burocrazia, male endemico di cui soffre il nostro Paese, ha presentato il suo conto anche durante la pandemia e nella quale anche l’efficacia dei provvedimenti messi in cantiere dalle autorità nazionali e internazionali rimane un’ulteriore incognita".
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