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Torino, studentesse seguono le lezioni in strada: 'Dad non è scuola'. Emiliano: 'Non mandate i figli a scuola'

"I professori ci hanno insegnato a credere nei nostri sogni e per questo siamo qui": la protesta di alcune studentesse torinesi contro la chiusura delle scuole

09 Novembre 2020

Torino, studentesse seguono le lezioni in strada: 'Dad non è scuola'. Emiliano: 'Non mandate i figli a scuola'

Studenti (fonte foto Lapresse)

Protestano così alcuni studentesse di Torino: sedute su un banco posizionato in strada, fuori dalla scuola, contro la didattica a distanza. Si tratta di Lisa e Anita, due studentesse della scuola media Italo Calvino, nel capoluogo piemontese, che hanno deciso di seguire le lezioni in questo modo.

Mascherina per coprire naso e bocca, banco con libri e quaderni, ma con anche un tablet, da cui seguono le lezioni a distanza. "La scuola è il posto più sicuro, vogliamo tornare in aula. S'impara di più a guardare i professori negli occhi che in uno schermo al computer" protestano le giovani studentesse.

"I professori sanno che siamo qua e ci appoggiano - aggiungono Lisa e Anita - anche perché ci hanno insegnato a credere nei nostri sogni". Con loro, in strada davanti alla scuola media Calvino, ci sono anche i genitori, che lamentano: "Altri Paesi hanno tenuto la scuola aperta, solo noi le abbiamo chiuse. Non sono i ragazzi che stanno diffondendo il virus".

Ma non è l'unica scuola che protesta in questo modo contro la chiusura delle scuole: a fianco alla media Calvino di Torino, c'è anche il liceo classico Gioberti. Sul banco fuori dal liceo c'è Maya, studentessa del terzo anno. "La dad non è scuola. Molti non hanno neanche gli strumenti per seguire le lezioni da casa - protesta Maya - E poi manca la socialità".

Coronavirus Scuola, Emiliano: 'Evitate di mandare bambini a scuola'

"Faccio mio l'appello dei pediatri: evitate di mandare i bambini a scuola in presenza, questo è più sicuro sia per i bambini che per la salute pubblica. Scegliete, se possibile, la Dad, e da casa - sia pure con tutti i limiti - cercate di fare il possibile, fino a quando i dati epidemiologici non scenderanno".

Così il presidente della Regione Puglia si rivolge ai genitori, nel giorno in cui gli istituti pugliesi - elementari e medie - devono riaprire per effetto della decisione di venerdì scorso del Tar della Puglia: la sospensione dell'ordinanza della Regione che aveva disposto la dad in tutte le scuole a partire dalle elementari. Il presidente della Regione ha emesso una nuova ordinanza che dispone la possibilità per le famiglie di scegliere se avvalersi della didattica in presenza o di quella digitale. E oggi, in una intervista al Tg Norba, il governatore pugliese ha ribadito l'invito a preferire la didattica a distanza. .

"Noi - ha continuato Emiliano - dobbiamo tenere bassi i contagi. E' quello che dicono i medici, ed è quello che dice lo stesso governo nel momento in cui manda a casa tutti gli studenti delle superiori", perché lo stesso governo "ritiene la didattica in presenza pericolosa, quindi ha deciso di tenere a casa quegli studenti più grandi che possono fare un po' meglio la didattica a distanza". "La dad non è perfetta - ha aggiunto - però è uno di quegli strumenti previsti dal governo e dal ministro Azzolina per il piano anti-covid. Quindi la mia ordinanza che sono stato costretto ad adottare perché il Tar ha sospeso la mia decisione di tenere completamente bloccata la didattica in presenza, non fa altro che applicare le stesse regole che la ministra Azzolina ha dato alla scuola". "La mia ordinanza dice solo questo: realizzate ovunque, anche dove non ci siete ancora riusciti, la didattica a distanza. Cercate di farla bene, potrebbe essere utile non solo in questo momento di terribile picco. Ma consideriamo anche che, oltre al fatto che ci sono in questo momento moltissimi bambini positivi al Covid, ci sono migliaia di altri bambini in quarantena che non possono andare a scuola. "Se la Dad non funziona bene, è il diritto allo studio di quelli che sono in quarantena a non essere garantito. Quindi la Dad va realizzata, fare questa polemica significa polemizzare contro una scelta legittima che la stessa scuola ha fatto.

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