28 Settembre 2020
Bandiera arcobaleno (fonte LaPresse)
"Devi fare il maschio, altrimenti te ne vai". Dopo l'ennesima lite familiare, Manuel Croce, il 40enne di Palermo cacciato di casa dalla madre a causa della sua omosessualità, è stato costretto a lasciare la sua casa e il suo paese, Monreale. L'uomo adesso vive in un centro di accoglienza nel quartiere palermitano di Ballarò, ma come lui stesso ha dichiarato denunciando quanto accaduto a 'La Repubblica': "Qui possono ospitarmi fino al 30 settembre, ma io indietro non ci torno. Sono gay e non voglio più nascondermi".
"Sono tanti, troppi i miei amici che non riescono a dire che sono gay, hanno paura", ha raccontato Manuel rivolgendo un appello anche al presidente della Camera, Roberto Fico: "Bisogna approvare al più presto una legge contro l’omofobia. Nessuno più deve avere vergogna di essere se stesso".
Il presidente della Camera Roberto Fico ha accolto l'appello di Manuel Croce e, attraverso un post sulla sua pagina Facebook, ha dichiarato: "La storia di Manuel Croce ci ricorda che ci sono ancora dei passi da fare per una società che rispetti il modo in cui ciascuna persona si identifica, che non prescriva ruoli e non giudichi scelte. Le istituzioni devono impegnarsi in tal senso, così come ognuno di noi deve farlo nel suo quotidiano. Ed è per questo che raccolgo l'appello che Manuel mi ha rivolto: una legge contro l'omofobia è uno strumento normativo di cui abbiamo bisogno''.
Anche il deputato democratico Alessandro Zan, relatore della cosiddetta 'legge zan', norma in materia di prevenzione e contrasto alle violenze e discriminazioni per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere, ha commentato la vicenda: "Le parole del presidente della Camera Roberto Fico per la legge contro l’omotransfobia e la misoginia sono davvero importanti. Ora diamo immediatamente seguito a questo impegno delle istituzioni e approviamo la legge alla Camera in ottobre e poi rapidamente in Senato", si legge sulla sua pagina Facebook.
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