03 Luglio 2020
Ospedale (foto LaPresse)
Il viaggio in Serbia di un manager della Laserjet srl di Pojana Maggiore, Vicenza, rischia di far esplodere di nuovo l’emergenza coronavirus in Veneto. Dopo aver partecipato a cene di lavoro nei Balcani, l’imprenditore è tornato in Italia dove ha iniziato ad accusare i sintomi tipici del Covid-19. Ha tuttavia rifiutato il ricovero e l’isolamento, continuando la sua vita lavorativa e sociale, partecipando a feste e ad un funerale. Nel corso dei giorni è peggiorato ed è ora ricoverato in terapia intensiva. Sono 5 i contagi registrati negli ultimi giorni nel vicentino (3 dipendenti dell'azienda in cui lavora il manager, un veronese e una padovana). 90 persone sono in isolamento domiciliare preventivo.
Il manager si è recato nei Balcani per motivi di lavoro. Secondo quanto riferito nella conferenza stampa regionale, ha partecipato a cene in Serbia durante le quali è entrato in contatto con un 70enne del posto, positivo al Covid-19. Giovedì 25 giugno l’imprenditore è tornato a Vicenza, insieme ai colleghi. Sabato 27, quando non sapeva ancora di essere positivo, ha partecipato ad un funerale e poi si è recato ad una festa di compleanno in una cantina privata, dove erano presenti circa 100 persone.
Durante la festa sono state rispettate le “precauzioni previste: la sala poteva ospitare il doppio delle persone, e si è mantenuto il distanziamento sociale”. A spiegarlo è stato il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Joe Formaggio, che era presente e che per precauzione ha fatto il tampone che è risultato negativo.
Il manager tuttavia ha iniziato a presentare i sintomi tipici del Covid-19 il giorno successivo. Domenica 28 è andato a farsi visitare prima in un ospedale del Basso Vicentino, poi al San Bortolo di Vicenza, manifestando problemi respiratori. È stato sottoposto a tampone, da cui è emersa la positività. L’uomo ha però rifiutato il ricovero, nonostante la sintomatologia evidente, ed è tornato a casa.
Da quel momento avrebbe tenuto un atteggiamento irresponsabile violando l’isolamento domiciliare. Il dirigente ha infatti continuato ad avere incontri di lavoro, nonostante le numerose telefonate e richieste da parte dell’azienda sanitaria e del sindaco del paese. I sintomi sono progressivamente peggiorati fino al primo luglio, giorno in cui il ricovero è diventato inevitabile. Il manager è ora intubato in gravi condizioni nel reparto di Terapia intensiva del San Bortolo.
Per il momento si stima che il manager abbia contagiato cinque persone: tre dipendenti vicentini dell’azienda, un veronese e una padovana.
Il contatto con il 70enne serbo sarebbe emerso dalle dichiarazioni rilasciate allo staff medico. L’anziano sarebbe attualmente in rianimazione in un ospedale in Serbia. Le autorità sanitarie stanno cercando di ricostruire tutti i contatti del manager e dei colleghi che erano con lui nei Balcani. Uno di questi ha partecipato ad una festa di compleanno il 27 giugno. Erano presenti 23 persone fra cui 6 bambini. Secondo quanto ricostruito dalle aziende sanitarie nessuno dei partecipanti indossava la mascherina e ha rispettato il distanziamento sociale.
Per ora, fra tutte le persone risultate positive, solo una avrebbe sintomi, ma lievi. In Veneto si teme che l’irresponsabilità di pochi possa causare una nuova diffusione dei contagi da coronavirus, scatenando una seconda emergenza sanitaria.
In arrivo nuova ordinanza restrittiva “per inasprire le regole” sulla prevenzione del contagio da coronavirus in Veneto. “Continuando di questo passo non dobbiamo porci la domanda se il virus tornerà in ottobre, perché l’abbiamo già qui. Ai comportamenti irresponsabili di qualcuno, si aggiungono gli altri che abbiamo conosciuto in queste ore”. Così il governatore del Veneto, Luca Zaia, commentando gli assembramenti degli ultimi giorni e i “comportamenti sconsiderati di troppe persone”.
“Il nuovo focolaio di coronavirus scatenato da un imprenditore vicentino rientrato dalla Bosnia – ha riferito Zaia – ha portato il Veneto da un rischio basso a un rischio elevato, passando da una r con t pari a 0,43 a una di 1,63”.
“Se questo è il sistema di gestire la positività e la sintomatologia, dopo quattro mesi di coronavirus allargo le braccia” ha commentato. “Così non ne veniamo fuori. Fosse per me, di fronte a certi comportamenti prevederei la carcerazione. È essenziale che a livello nazionale si prenda in mano il dossier – ha aggiunto – mettendo in fila le questioni con un Dpcm o con un provvedimento del ministro Speranza”. “La legge prevede una multa di 1000 euro in caso di fuga dall’isolamento sanitario. Mi sembra ridicolo – ha esclamato il Governatore – ritengo che sia fondamentale il ricovero coatto, così come è necessario essere severissimi con gli isolamenti sanitari. Io ho dato disposizioni ai Sisp di tolleranza zero e, se ci sono elementi, di procedere alla denuncia. Non possiamo permetterci la diffusione del virus per l’irresponsabilità di qualcuno. Quello che è accaduto, è gravissimo”. “Di tutto questo ne parlerò con Bonaccini in conferenza dei servizi – ha concluso Zaia – perché siamo i primi a sperimentare una vicenda del genere, inquietante”.
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