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Gemelle Kessler cantano 'La notte è piccola per noi' nel 1965, brano simbolo delle ore notturne che non bastano per vivere tutte le emozioni e le avventure che si desiderano - VIDEO

La canzone 'La notte è piccola per noi' fu lanciata nel 1965 come sigla del programma RAI Studio Uno, divenne un tormentone e rappresentò un inno alla vitalità, alla giovinezza e alla voglia di godersi la vita, in contrasto con una società ancora legata a regole rigide e orari prestabiliti

17 Novembre 2025

La notte è piccola per noi” è uno dei brani più iconici delle Gemelle Kessler, diventato simbolo di leggerezza, modernità e seduzione nella televisione italiana degli anni ’60. Fu la sigla di Studio Uno nel 1965 e contribuì a consacrare Alice ed Ellen come icone pop del varietà.

Origine e successo

La canzone La notte è piccola per noi fu lanciata nel 1965 come sigla del celebre programma RAI Studio Uno, diretto da Antonello Falqui. Le Gemelle Kessler, già famose per il brano Da-da-um-pa, portarono in scena questo nuovo pezzo con la loro consueta eleganza e precisione coreografica.

Il brano, scritto da Gianni Boncompagni e musicato da Bruno Canfora, si distingue per il suo ritmo frizzante e il testo ammiccante, che celebra la notte come spazio di libertà, sogno e divertimento.

Significato del brano

Il titolo stesso, La notte è piccola per noi, suggerisce che le ore notturne non bastano per vivere tutte le emozioni, i desideri e le avventure che si vorrebbero. È un inno alla vitalità, alla giovinezza e alla voglia di godersi la vita, in contrasto con una società ancora legata a regole rigide e orari prestabiliti.

La canzone fu considerata audace per l’epoca: la frase “troppo piccolina” fu persino oggetto di attenzione da parte della censura, che si interrogava su cosa si intendesse fare in quelle “notti piccoline”.

Il brano divenne un tormentone nazionale, cantato e ballato in tutta Italia.

Le Kessler lo eseguivano con coreografie sincronizzate e costumi scintillanti, contribuendo a rendere la TV italiana più moderna e spettacolare.

La canzone è oggi considerata un manifesto dell’Italia che cambiava, tra boom economico, emancipazione femminile e apertura culturale.

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