29 Luglio 2025
Nella Striscia di Gaza "la fame è reale, colpisce in pieno anche i bambini, e non si tratta affatto di fake news”. A riconoscerlo, questa volta senza giri di parole, è persino Donald Trump. Dalla Scozia, dove ha incontrato il primo ministro britannico Keir Starmer, il presidente americano ha infatti preso le distanze dalla linea negazionista del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dalle posizioni dell’Idf, che da mesi cercano di sminuire o negare apertamente l’allarme carestia lanciato da tutte le principali organizzazioni internazionali, Onu in testa.
Il faccia a faccia con Starmer è andato in scena nel resort di Turnberry, in Ayrshire, proprietà della famiglia Trump. Teatro dell’ultima tappa della cosiddetta “diplomazia del golf”, il summit è arrivato all’indomani di un altro colloquio di rilievo tra il tycoon e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, culminato nella firma di un accordo commerciale sugli scambi e i dazi.
Al centro del confronto con il leader laburista britannico, la politica estera e in particolare i due principali teatri di crisi: Ucraina e il genocidio a Gaza. Due dossier su cui Trump ha promesso – almeno nelle intenzioni – una “doppia stretta”: sia contro Vladimir Putin per l’invasione dell’Ucraina, sia contro Netanyahu per la gestione della guerra a Gaza. Un cambio di tono non da poco, alimentato anche dalle pressioni dello stesso Starmer, sempre più incalzato in patria da proteste politiche e sociali legate alla tragedia umanitaria in corso nella Striscia.
Trump, interpellato direttamente dai giornalisti in merito all’ultima dichiarazione di Netanyahu – secondo cui “la fame non c’è” a Gaza – ha smentito in modo netto: “Una fame vera”, ha detto, “su cui non si può fingere”, sottolineando che “Israele ha una grande responsabilità sul flusso degli aiuti”. E ancora: “Basandomi sulle immagini della televisione, quei bimbi sembrano molto affamati”. Un’ammissione che contrasta con settimane di minimizzazioni israeliane e che allinea, stavolta, il magnate a una narrazione più vicina agli allarmi umanitari diffusi da tempo da Croce Rossa, OMS, Unrwa, e dalla stessa Unicef.
Nel suo intervento, Trump ha assicurato che “gli Usa stanno mandando molto denaro e altre nazioni stanno incrementando gli aiuti”, annunciando anche l’imminente apertura di nuovi “centri di distribuzione alimentare” nella Striscia, pensati per “nutrire i bambini e i civili”. Centri che, ha precisato, “non saranno circondati da reticolati”, in chiaro riferimento critico alla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), la discussa organizzazione a cui Israele ha affidato in passato, in maniera limitata, la gestione degli aiuti, con effetti drammatici: “trappole mortali”, denunciate più volte, in cui decine di civili sono rimasti uccisi in coda per ricevere del cibo.
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