11 Ottobre 2024
Nella prima commissione di inchiesta Covid i familiari delle vittime morte “non da Covid ma per Covid” hanno mostrato tutta la loro sofferenza per i loro cari tragicamente deceduti per “malasanità e malfunzionamento della gestione pandemia Covid 19”. Nella seduta è stata incarnata tutta la rabbia per la “falsificazione delle cartelle cliniche dei pazienti”, per le “mancate terapie” ai malati e il senso di abbandono avvertito dalle famiglie che non potevano “visitare i loro cari nemmeno da morti”. I pazienti sarebbero stati trattati “come semplici numeri”, lasciati morire nelle condizioni più disumane “tra i loro stessi escrementi”.
“Noi perseguiamo la ricerca della verità per i nostri cari e per ridare loro quella dignità che, a nostro avviso, è stata rubata e reputiamo essere stata lesa anche da morti" ha esordito Sabrina Gualini, presidente del Comitato nazionale dei familiari delle vittime del Covid.“A noi familiari era vietato fare visita ai parenti. Non sappiamo nemmeno chi c'era dentro la bara che ci è stata consegnata sigillata",ha aggiunto.
Dalle esperienze raccontante è emerso un quadro completamente diverso da quello che è stato sempre raccontato, sarebbero numerosi i pazienti “entrati in ospedali per dolori addominali e morti per Covid”, oppure vittime di “infezioni nasocominali e pneumotoraci causati da un alto tasso di ossigeno”. Inoltre, si sarebbe vietato l'utilizzo di “plasma iperimmune” per curare i pazienti e l'ultizzo dell'antivirale remdesivir “una sostanza cardiotossica”.
Il presidente nazionale familiari delle vittime Covid, ha affermato: “Un largo uso del plasma iperimmune avrebbe addirittura evitato 200mila ospedalizzazioni e migliaia di decessi”. Inoltre, è stato posto l'accento sui numerosi soldi investiti, per esempio, nell'acquisto dei macchinari tac che “sono rimaste incelofanate e che se fossero state utilizzate si sarebbero evitate numerose vittime”.
Dalle parole dei parenti delle vittime, emerge una situazione ospedaliera “simile ad un lager”, in cui i pazienti “venivano lasciati morire tra i loro escrementi da soli e completamente abbandonati”. In una testimonianza è possibile ascoltare che le persone venivano lasciate senza assistenza medica, gli infermieri “non portavano nemmeno l'acqua agli assetati”. Si è denunciato, inoltre, la “poca preparazione” degli infermieri, per di più “tirocinanti alle prime armi”. Ed è emerso, inoltre, che i “medici che curavano con le terapie venivano radiati”.
Elisabetta Stellabotte, figlia di Antonio - deceduto nel 2021 - e presidente del Comitato L'altra verità, ha affermato che la medicina “ha sovvertito i principi e ignorato i diritti di malati”. Inoltre, i politici, i veri "colpevoli" insieme "alla Chiesa" hanno causato numerosi danni, tutti in "grande silenzio". Stellabotte ha riferito che le persone venivano lasciate “senza assistenza medica” e che gli infermieri erano più occupati “a fare balletti con le colonne sonore”.
L'ex premier Conte ha risposto alla presidente Stellabotte: “Molti parenti e familiari di sanitari potrebbero sedere al suo posto oggi del tutto legittimamente, con la stessa angoscia e con un dolore non meno profondo ma non condivido quando lei ha affermato che i nostri sanitari erano a girare filmati invece di curare. Da quando è iniziato il Covid molti medici sono morti per aiutare anche i vostri familiari”.
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