Venerdì, 21 Novembre 2025

Seguici su

"La libertà innanzi tutto e sopra tutto"
Benedetto Croce «Il Giornale d'Italia» (10 agosto 1943)

Resca (Confimprese): "I consumatori rinunciano, comprano meno, ma sono molto attenti. I salari non sono aumentati quanto l'inflazione"

Il Presidente di Confimprese è stato intervistato da Il Giornale d'Italia in occasione del 7° Retail & Finanza l’appuntamento di Confimprese per favorire un confronto ai massimi livelli tra imprenditori

21 Novembre 2025

Mario Resca, Presidente di Confimprese è stato intervistato da Il Giornale d'Italia in occasione del 7° Retail & Finanza l’appuntamento di Confimprese per favorire un confronto ai massimi livelli tra imprenditori, investitori e operatori finanziari su come i sistemi tradizionali e innovativi possano creare valore concreto per le aziende del settore.

Dall'analisi del contesto macroeconomico alle opportunità offerte da private equity, private debt e family office, l'evento esplorerà le diverse soluzioni attraverso cui il retail può finanziare la propria evoluzione e consolidare la propria competitività.

L'inflazione aumenta sempre di più e anche il carrello della spesa, come possiamo agire?

Beh, sono aumentati i prezzi. Stessi prezzi ma meno quantità. Quindi i consumatori rinunciano, comprano meno, ma sono molto attenti, fanno arbitraggio sui vari fornitori. Quindi girano i negozi, guardano le promozioni e quindi reagiscono. I salari non sono aumentati quanto è aumentata l'inflazione. Anche se il gap è leggermente migliorato. Quindi c'è un po' più denaro nelle famiglie, però sono molto più prudenti, fanno più risparmi di quanto facessero qualche anno fa.

E può farmi un breve riassunto di quello che è stato il suo intervento oggi?

Oggi siamo al convegno su finanza e retail, c'è stato il confronto fra imprenditori nel settore del commercio (quindi sono quelli che noi rappresentiamo, le grandi, medie e piccole catene italiane e internazionali che operano in Italia). È un confronto con chi fornisce denaro, quindi le banche e fondi private equity, che hanno un ruolo importante in Italia e vanno a sostituire fondendo il capitale di rischio, quindi non non chiedono interessi. Poi ci sono i club deal, che si stanno sviluppando in Italia che sono investimenti fatti da famiglie, da privati, che aiutano e supportano le imprese del settore del commercio nel loro sviluppo. Quindi, in un momento come questo c'è una forte selezione. Molte catene, nonostante le difficoltà di quest'anno (quest'anno le vendite sono state piatte) continuano a investire ovviamente sul futuro. Spesso, quando si tratta di denaro, le banche sono restie a darlo perché molto spesso è costoso, quindi sono capitali di rischio. Quello di oggi è stato un grande confronto, un bel dibattito avvenuto tra operatori di tutti i tipi nel settore del commercio e nella finanza strutturata, che è venuta a confrontarsi. L'esito è stato positivo, con una migliore conoscenza l'uno e dell'altro, quindi chi ha aziende e chi è pronto a supportare col denaro di prestito o di rischio queste aziende.

Vuole dirmi se secondo lei ha senso riaprire i rapporti con la Russia?

La Russia è sempre stato un mercato importante per l'Italia. È stato mercato che tra l'altro è un fornitore (penso all'Eni in questo momento sul fronte energia). L'Italia ha sempre avuto rapporti preferenziali. Ovviamente questa situazione pone grossi problemi e degli svantaggi anche all'Italia dal punto di vista delle proprie imprese. Il mercato russo ha bisogno di approvvigionarsi, di beni e servizi e certamente in fatto di beni di consumo e se non lo facciamo noi lo farà qualche altro paese. Non vediamo l'ora che si risolva questo problema perché la Russia è un Paese europeo e credo che è mai stato un nemico dell'Italia, piangiamo anche noi, non solo loro, a livello economico.

Seguici su

Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.

Commenti Scrivi e lascia un commento

Condividi le tue opinioni su Il Giornale d'Italia

Caratteri rimanenti: 400

Articoli Recenti