12 Settembre 2025
Luca Dal Fabbro, Presidente Esecutivo di Iren e Presidente di Utilitalia, in occasione del Festival della Comunicazione è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Perché l’economia circolare è diventata così importante oggi?
"L'economia circolare sta diventando sempre più importante perché abbiamo la necessità di ridurre le importazioni, sia per questioni di sicurezza che per questioni di costo. L'azienda Iren, in particolare, sta sviluppando diversi progetti in questo settore, dai materiali critici per cui abbiamo il primo impianto europeo per il recupero da rifiuti elettrotecnici, al recupero del legno a Vercelli, facciamo pallet biodegradabili riutilizzabili e abbiamo inoltre varie fabbriche per il recupero della plastica. Noi crediamo nell'economia circolare come strumento sia per rispettare l'ambiente ma anche produrre economia valore e ricchezza."
Può farci un esempio?
"Ad esempio, con dieci impianti noi possiamo ridurre del 30% la nostra dipendenza da alcuni materiali preziosi critici come l'oro e l'argento con il recupero di cellulari, di televisori e di schede elettroniche quindi si può fare molto e si deve investire ovviamente. Ma con l'economia circolare noi possiamo ridurre la nostra dipendenza dall'estero. Quindi significa sicurezza, competitività e ambiente."
Cosa pensa delle concessioni idroelettriche?
"Io ritengo che le concessioni idroelettriche non debbano essere un mercato ad asta e che debbano essere gestite da quelle aziende che negli ultimi 50/100 anni hanno dimostrato di gestirle bene per il bene del Paese. Quindi io toglierei aspetti ideologici sulle concessioni idroelettriche e sarei pratico. Noi dobbiamo fare in modo di dare agli operatori che sanno ben sviluppare e gestire le idroelettriche la responsabilità, quindi io ritengo che i modelli come il modello PPP, il partenariato pubblico-privato, e la soluzione che è stata adottata dalla Francia, possano essere dei modelli su cui ispirarci e su cui fare una politica energetica idroelettrica del Paese. Penso che questo Governo stia pensando anche a questa soluzione e quindi auspico che la discussione sulle idroelettriche si concentri su soluzioni come il partenariato pubblico privato o la soluzione francese."
Come dovrebbe muoversi l'Italia?
"Noi dobbiamo pensare se vogliamo continuare ad essere solo un mercato di sbocco per le economie come quella americana e cinese o vogliamo diventare proattivi, e cioè diventare noi un mercato di produzione. Il mio suggerimento, che ho scritto nel libro 'Proteggere il futuro', è quello di diventare un mercato attivo che sviluppa tecnologie avanzatissime e per fare questo bisogna investire nei giovani, nella ricerca, creare aziende sempre più grandi europee competitive e tra queste avere anche aziende italiane europee molto più grandi. Questo fa passare da un approccio erbivoro a un approccio onnivoro."
Quali azioni concrete possono rafforzare l’interesse nazionale in campo energetico riducendo le importazioni?
"Dobbiamo pensare al nostro interesse nazionale innanzitutto e quindi ritornare a un sano interesse nazionale. L'interesse nazionale è produrre energia quanto più possibile in Italia, per esempio con le rinnovabili, perché significa non importarla e produrla a prezzi competitivi. Quindi sempre più rinnovabile, sempre più termico ad alta efficienza e in ultimo riciclare e recuperare tutto il materiale che possiamo in modo tale da ridurre le importazioni e quindi aumentare la nostra competitività intrinseca."
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