01 Agosto 2025
Filippo Berto, CEO di Berto Salotti è stato intervistato da Il Giornale d'Italia.
Cosa rende unici i vostri divani?
"La realizzazione della loro struttura grazie a un sistema brevettato in uno snodo in Baydur® e un traverso forato in acciaio: si può riparare, sostituire in qualsiasi momento e, eventualmente, a fine vita rimetterlo per intero in economia. Il tutto rimane molto funzionale e resistente: archiviamo i vecchi metodi di produzione tradizionale che utilizzavano legno, punte sparate, cinghie tirate a mano, colle con solventi".
Ci parli un po' dei suoi prodotti.
"Berto realizza arredamento di design per la zona giorno e la zona notte. Abbiamo collezioni di divani, con i loro relativi complementi, e di letti con tutto il mondo nella zona notte che ci gira attorno".
Come si differenziano rispetto agli altri?
"Gli argomenti su cui soffermarci sono diversi. Innanzitutto credo che sia importantissimo per gli acquirenti sapere che dietro non c'è solamente l'etichetta del Made in Italy, ma uno studio molto approfondito. Siamo a Meda, con a carico un DNA di grande portata da noi denominato Made in Meda. Si parla 1000 anni di storia nella manifattura, di secoli legati al mondo del design, la nostra è un'eredità importantissima custodita nel tempo. Abbiamo deciso di produrre qualità vera: apriamo le porte dei nostri laboratori, invitiamo le persone a scoprire come vengono realizzati i prodotti. Siamo dotati di un ufficio tecnico, una prototipazione, una ricerca e uno sviluppo; il nostro tentativo è, insieme ai designer, quello di spostare per ogni prodotto e collezione l'asticella sempre più in alto. Non basta il Made in Italy per mostrare al mondo di essere diversi: secondo noi la qualità deve essere frutto di uno studio, una ricerca. Come quella per la struttura dei divani di cui vi ho parlato".
Quali sono i materiali che utilizzate?
"Tessuto e pelli, lavoriamo a chilometro zero con concerie in Veneto, che producono materie prime di altissima qualità, e con tessiture locali considerate il fiore all'occhiello italiano nel mondo; utilizziamo questi materiali pregiati nella realizzazione dei nostri prodotti originali".
Ha proseguito l'attività di suo padre spingendo molto sul digitale, cosa ci può dire a riguardo?
"Ho avuto la fortuna di vedere mio padre e mio zio lavorare nel laboratorio di famiglia, le loro vite dedicate al lavoro e ai sacrifici; mi sono innamorato di quello che facevano. Ho accettato la sfida di volerli aiutare, di dare alle loro realizzazioni un senso nel mondo. Ho passato la mia intera vita a lottare nel tentativo di salvare il laboratorio familiare e di renderlo noto al mondo attraverso i mezzi di comunicazione. Inizio negli anni 2000 tramite Internet, la mia passione per la rete mi ha portato a raccontare la nostra storia in un blog, a vendere online; i primi video sul canale risalgono al 2001-2004, poi la loro diffusione. Il laboratorio si è così collegato al mondo tramite il ponte del digitale, è stata la rete a rendere nota la nostra storia. Nel tempo abbiamo costruito la collezione di prodotti: ne è nato un marchio che ha preso piede attraverso lo showroom Luca monomarca. Vendiamo i prodotti e incontriamo i clienti in showroom direttamente gestiti da noi in Italia, Svizzera".
La storia di Berto Salotti inizia nel 1974 con i fratelli Fioravante e Carlo Berto. Dopo anni di gavetta presso alcune botteghe della Brianza, iniziano in una cantina la loro storia di tappezzieri, lavorando per aziende importanti dell’epoca. Si distinguono per la loro capacità di modellazione, di organizzazione del lavoro, di relazione con le persone e di conoscenza del mercato. La loro tappezzeria viene riconosciuta in Brianza e negli anni ‘90 realizzano il loro primo catalogo per la vendita al pubblico. Poco prima dell'inizio del nuovo secolo, subentra l'imprenditore Filippo Berto, figlio e nipote dei fratelli che, con la rivoluzione digitale in atto in quegli anni, fa conoscere l'impresa familiare in tutto il mondo, rendendo la loro storia un marchio internazionale.
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