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Zoppas (ICE): "Sui Dazi USA preoccupa l’incertezza, serve uno '0 a 0' per tutelare i €65 miliardi di export italiano in America"

Le dichiarazioni di Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE: "Il vero rischio è perdere terreno in un mercato costruito con anni di investimenti, serve sostenere le imprese e diversificare verso altri mercati per bilanciare le possibili criticità"

16 Luglio 2025

Matteo Zoppas, Presidente dell’Agenzia ICE, in occasione della presentazione del Rapporto 2024/2025 sull'export italiano, ha dichiarato a Il Giornale d'Italia

"In estrema sintesi, si conferma – e lo sapevamo già da tempo – il -0,4% del 2024 rispetto al 2023. Ad oggi, gli Stati Uniti non hanno ancora registrato un dato negativo in modo significativo, quindi siamo tutti in attesa degli effetti delle trattative attualmente in corso. Speriamo che si concludano presto, perché uno degli elementi più impattanti non è tanto il dazio in sé, del quale ancora non conosciamo entità e tempistiche, ma l'incertezza legata ai dazi, che sta bloccando diverse dinamiche dell’export.

Vediamo, ad esempio, la Cina in calo: ha registrato un -20% e fatica ancora a ripartire. La questione cinese è strutturale, uno dei problemi principali è che sta iniziando a sostituire i prodotti che prima acquistava dall’Italia con prodotti realizzati internamente. E non si tratta solo di commodity, ma anche di beni tecnologici e, in alcuni casi, di design. Per questo, dobbiamo continuare a rinnovarci e correre più veloce, se vogliamo mantenere il vantaggio competitivo.

Anche la Germania è in calo strutturale, principalmente a causa della crisi dell’automotive.
Per quanto riguarda la moda, si intravedono già nel 2024 le prime difficoltà. È un settore che viaggia a due velocità, da una parte ci sono aziende in calo significativo, dall’altra realtà, magari più piccole, che stanno trainando il comparto. Queste dinamiche contribuiscono a un bilancio complessivo del 2024 che si attesta, appunto, intorno al -0,4% rispetto al 2023. Una situazione fatta di luci e ombre che vanno monitorate con attenzione.

Oggi, la preoccupazione maggiore, al di là delle criticità strutturali legate a Cina e automotive, riguarda senz’altro i dazi americani. È una questione da scongiurare in ogni modo. Speriamo che la nostra diplomazia e il Governo, che sta lavorando molto bene, riescano a ottenere risultati concreti a livello europeo.

Siamo fiduciosi nelle capacità del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha un ottimo rapporto con l’amministrazione americana, e del Ministro Antonio Tajani, che conosce molto bene le dinamiche europee e sa come massimizzare l’influenza italiana attraverso l’UE. Tuttavia, la controparte americana è molto rigida, determinata, e adotta un approccio tattico-negoziale che non si è ancora pienamente espresso.

Abbiamo già visto, in altre occasioni, alcune “uscite” forti da parte loro, che poi sono state ridimensionate. Speriamo sia così anche in questo caso. L’auspicio sarebbe quello di arrivare a uno “0 a 0” sui dazi, ovvero nessuna imposizione, perché è la condizione ideale per il libero scambio internazionale.

È fondamentale aiutare le imprese italiane a non perdere la loro posizione sul mercato americano. Abbiamo impiegato anni per arrivare a generare 65 miliardi di euro di fatturato negli Stati Uniti, su un totale di 623 miliardi di export, parliamo del 10,4% del nostro export complessivo.
Per ottenere risultati di questo tipo, sono stati necessari investimenti significativi e costanti. Se oggi si perde questo mercato, non lo si recupera rapidamente.

Per questo, dobbiamo sostenere le imprese. Stiamo puntando molto sugli incoming dagli Stati Uniti, sulle collettive. Il Sistema Paese si sta stringendo intorno al mercato americano per proteggerlo, ma al tempo stesso dobbiamo anche compensare, diversificando verso altre aree del mondo ad alto potenziale: India, Cina, Mercosur, tutti mercati nei quali possiamo investire per bilanciare eventuali criticità in America. Ci auguriamo che, se dazi ci saranno, e speriamo di no, siano almeno temporanei."

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